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Se si vuol avere un’idea di quanto sia difficile il percorso del ddl penale basta partire dal rapporto della Commissione europea sulla giustizia italiana e scorrere le tre reazioni, inconciliabili, suscitate ieri tra partiti e magistratura. Da una parte i deputati 5 Stelle, che esultano perché il documento di Bruxelles definisce «benvenuta» la riforma della prescrizione.
Dall’altra la nota del responsabile giustizia pd Walter Verini, che smorza gli entuasiasmi dell’alleato e ricorda come il rapporto Ue richiami anche a «garantire tempi certi e durata ragionevole ai processi». Fino al comunicato di Area, la componente progressista della magistratura, che segnala invece la «perplessità» dell’Europa sulle «nuove sanzioni disciplinari per i magistrati in relazione alla mancata osservanza dei termini stabiliti dalla legge per ciascun grado di giudizio». Aspetto che sarebbe il cuore della riforma penale e che le toghe contestano fino a non escludere l’ipotesi clamorosa dello sciopero ( come conferma l’intervista all’ex presidente dell’Anm Pasquale Grasso pubblicata sul Dubbio di oggi, ndr). In sintesi: il ddl penale varato meno di due settimane fa in Consiglio dei ministri divide tutti. È netto il no dell’avvocatura sia sul blocco della prescrizione sia su numerosissimi aspetti del testo presentato dal ministro Bonafede. Cnf, Ocf, Aiga e Unione Camere penali chiedono per esempio di superare le timidezze sui riti alternativi ( da una parte estesi ma dall’altra mortificati dalle preclusioni, relative sia al patteggiamento che all’abbreviato) e di eliminare l’ipotesi del giudice monocratico ( e persino onorario) previsto per molti giudizi d’appello.
Eppure le rappresentanze forensi, diversamente dall’Anm, non si sono sottratte al tavolo convocato a via Arenula dal guardasigilli, e anzi lo hanno sollecitato, per voce di Andrea Mascherin. Bonafede ha mostrato disponibilità a modificare la riforma. Il punto è che l’incombere della protesta dei magistrati, il richiamo di Verini ai deputati 5 Stelle per un «confronto senza strumentalità», la spinta dei grillini in direzione opposta a quella degli avvocati ( «giuste le limitazioni all’appello e il giudice unico», recitava la nota di ieri), prefigurano la paralisi sulla riforma. Con la prescrizione che rischia di restare la sola, inquietante novità del processo penale.