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"Se non tirano fuori i soldi, al ministero dell'economia salteranno molte teste". Parole e musica di Rocco Casalino, il potente portavoce del Movimento 5Stelle che è stato registrato da un giornalista mentre si sfogava contro i burocrati del Mef. E si perché secondo Casalino il problema non è il ministro Tria: "Lui c'entra il giusto", spiega al suo interlocutore. Il vero problema sarebbe il sottobosco di funzionari e burocrati che, sempre secondo Casalino, "bloccano il reddito di cittadinanza perché vogliono bloccare il cambiamento, vogliono proteggere il vecchio sistema". Ma poi Casalino promette: "Se non si trovano 10 miliardi, che in una manovra da 30 miliardi non sono nulla, passeremo il 2019 a cacciare tutti questi pezzi di m...". Inutile dire che l'audio di Casalino ha mandato in fibrillazione l'opposizione. A cominciare dal segretario del Pd, Maurizio: "Le parole del portavoce del premier Casalino sono inaudite. Se Conte ha un minimo di senso delle istituzioni lo allontani immediatamente. Decenza". "Da Casalino l'arroganza del potere contro le persone, a difesa di un partito e non dei cittadini. Vergognatevi, chiedete scusa e andate a casa perché non vi permetteremo di uccidere l'Italia", aggiunge il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Ma i 5Stelle fanno quadrato. Alcuni esponenti M5S di peso contattati dall'Adnkronos difendono a spada tratta il portavoce del presidente del Consiglio, spiegando che l'obiettivo del suo sfogo erano i dirigenti del ministero "che si oppongono al cambiamento". Casalino, è il commento che trapela dai parlamentari interpellati, "stava semplicemente facendo dello spin per difendere il ministro Tria". Serafico il sottosegretario leghista Giorgetti: "Non credo che il portavoce abbia il potere di cacciare i tecnici. E poi basta non avere il portavoce, come non ce l'ho io". Le dichiarazioni arrivano dopo giorni di scontri e polemiche proprio sul reddito di cittadinanza. Più volte il vicepremier Di Maio ha infatti chiesto al ministero del Tesoro di trovare i fondi necessari per far partire il reddito di cittadinanza, vero e proprio cavallo di battaglia del Movimento fondato da grillo, tema sul quale hanno impostato la scorsa campagna elettorale e sul quale, oggi, si giocano la credibilità davanti a chi li ha votati. Di qui il crescente nervosismo di Di Maio, che ha esplicitamente chiesto a Tria di lavorare in deficit, e oggi di Casalino che ha individuato "il vero nemico": i funzionari del ministero dell'economia.