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Dopo tante polemiche, vere e false, divisioni di casacca, accuse elettoralistiche e tesi dai piedi d’argilla, il Mes, il fondo per aiutare i paesi europei nell’emergenza sanitaria, è stato sistemato. E non sembra proprio esserci nulla da temere. 36 miliardi di aiuti per l’emergenza sanitaria ad un tasso “proibitivo” dello 0,1 per cento. Tanto è vero che la Borsa di Milano chiude con un +1,13 ed è il segno che il lavoro dell’Eurogruppo soddisfa i mercati, tutti in ascesa. Eppure Di Maio non ammaina la bandiera anti Mes e, incurante delle garanzie che la Ue ha dato a tutti, dichiara: «Il Mes? Come ha detto il premier Giuseppe Conte dobbiamo leggere i regolamenti, sappiamo che venerdì prossimo ci sarà una riunione per discutere su quelli che sono gli aspetti tecnici del sì condizionalità e no condizionalità». «Si parla di circa 30 miliardi del Mes per l’Italia, ma noi stiamo lavorando su un accordo per il Recovery Fund che vale tra i 1.500 e 2.000 miliardi. Quindi se ci sarà un poderoso Recovery Fund, non ci sarà bisogno di nessun altro strumento». Il problema, che qualcuno dovrò spiegare al ministro, è che i tempi del Recovery Fund non sono veloci, anche se i soldi ci saranno. Come hanno detto alla Commissione Ue e come confermano i ministri delle Finanze europei. Il che, chiaramente, significa che per avere soldi pronti sulla salute e per le misure antivirus il gruzzolo del Mes viene a proposito. E certamente, visto le dichiarazioni degli esponenti del Pd, tutte positive sull’accordo raggiunto senza condizioni, con Conte si annuncia un serio braccio di ferro. Basta ascoltare il vicepresidente della Commissione Ue, Dombrovskis che già guarda oltre: «La ripresa economica dipenderà dalla continuazione di uno sforzo forte e dovrà essere sostenuta da un ambizioso bilancio europeo, con una capacità di raccolta aumentata in misura sostanziale e con una componente di investimenti forte e concentrata sui primi anni» del settennato 2021-27. E il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, affronta il tema che i sovranisti italiani hanno usato contro il Mes: «Prossimamente discuteremo di come si possa fare in modo che quando si riattiverà la vita sociale anche l'economia resti sufficientemente forte in Europa, iniziando a mettere in campo il Recovery plan. Le discussioni iniziano adesso». Come si vede, tutto si tiene. Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo, ha spiegato: «È passato un mese dal nostro ultimo Eurogruppo e tanto è successo da allora. Il Consiglio europeo ha approvato il nostro piano di istituire una rete di sicurezza di 540 miliardi di euro per lavoratori, imprese e paesi», ha iniziato. «Continuiamo a sviluppare le nostre risposte nazionali alla crisi. Se aggiungiamo misure di liquidità, garanzie statali, misure fiscali, stabilizzatori automatici, siamo vicini a 4 trilioni di euro a sostegno delle nostre economie». Il Mes significa che tutti i paesi dell’area euro saranno in grado di avere risorse pari al «2 per cento del loro Pil in prestiti a condizioni molto favorevoli e scadenze lunghe. Ciò coprirà i loro costi sanitari diretti e indiretti, che si sono gonfiati». Lo strumento sarà pienamente operativo a metà maggio. Naturalmente lo scontro nostrano non finirà qui. La prima bordata all’opposizione l’ha lanciata il sempre polemico renziano, Marattin, senza girarci intorno: «Ci sono circa 36 miliardi ad un costo 5/6 volte inferiore a quello di mercato, destinati a spese dirette e indirette per l’emergenza sanitaria, ci sarà solo da negoziare quali sono le indirette. E patetico il tentativo dei cialtroni che hanno manipolato le notizie sul web in queste ore, hanno detto bugie vergognose, ma purtroppo ci siamo abituati ad avere rappresentati delle istituzioni del genere e speriamo di disabituarci presto». E De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche europee a Montecitorio: «Nulla di tutto quello che avevano paventato i sovranisti creando tensione e allarmismo sul Mes si è avverato. Per l'Italia sono a disposizione 36 miliardi di risorse per il sistema sanitario senza condizionalità e senza Troika, con buona pace delle fake news di Salvini e Meloni». Come era prevedibile, il leader della Lega, Salvini tiene il punto a prescindere: «Il Mes non è un regalo, sono soldi dati in prestito, da restituire a precise condizioni scelte a Bruxelles e non in Italia. La Lega (insieme a tanti economisti italiani) continua a ritenere quella del Mes una strada pericolosa e priva di certezze, mentre l’emissione straordinaria di Buoni del Tesoro "Orgoglio italiano" (garantiti come dovuto dalla Bce) per un importo anche maggiore non avrebbe per l’Italia nessun rischio nè condizione». Cosa che il leader del Pd, Zingaretti e il presidente del Parlamento europeo, Sassoli, censura così: «Tutti quelli che hanno fatto perdere tempo agli italiani e hanno lanciato offese, adesso abbiano il coraggio di chiedere scusa». «Non ho mai avuto dubbi - continua Sassoli - che la linea sanitaria del Mes sarebbe stata senza condizioni e utile per affrontare l'emergenza sanitaria nei nostri paesi».