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Tre nuovi indagati nell’inchiesta sul presunto giro di affidi illeciti di minori in Val d’Enza, denominata “Angeli e Demoni”. Tre persone, secondo quanto si apprende, sarebbero indagate con l’accusa di abuso d’ufficio dopo il caso delle consulenze affidate alla psicologa Nadia Bolognini, coinvolta nell’inchiesta sugli affidi e moglie dello psicoterapeuta Claudio Foti, successivamente al suo arresto, quando si trovava ai domiciliari.
La vicenda era stata segnalata dal consigliere di Forza Italia in Provincia a Modena, Antonio Platis, e dal capogruppo di Fi nell’Unione dei Comuni dell’Area Nord modenese, Mauro Neri, attraverso esposti: secondo quanto riportato dagli esponenti forzisti, l’Unione Comuni Modenesi Area Nord avrebbe affidato a Bolognini l’incarico il 3 luglio, quando la psicologa era ai domiciliari da una settimana.
Pronta la replica dell'avvocato Francesco Guazzi, legale della Bolognini: «Un incarico mentre la mia assistita è ai domiciliari? Non ne sapevo nulla e sicuramente è all'oscuro di tutto pure la dottoressa. L’unica persona con cui ha contatti sono io». Prossimamente è previsto un incontro tra le Procure di Reggio Emilia e Modena, che coordinano le indagini dei carabinieri.
L'inchiesta “Angeli e Demoni”, coordinata dal sostituto procuratore di Reggio Emilia Valentina Salvi, vede al centro la rete dei servizi sociali della Val D’Enza, accusati di aver redatto false relazioni per allontanare i bambini dalle famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti. La vicenda lo scorso 27 giugno aveva visto coinvolte sedici persone tra politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una nota onlus di Torino, raggiunti da misura cautelare per affidamenti illeciti di minori.
Secondo gli investigatori, quello svelato dall'inchiesta “Angeli e Demoni” è ' un business illecito di diverse centinaia di migliaia di euro di cui beneficiavano alcuni degli indagati, mentre altri si avvantaggiavano a vario titolo dell'indotto derivante dalla gestione dei minori attraverso i finanziamenti regionali'. Tra i reati contestati frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.
Secondo gli accertamenti svolto dai carabinieri alcune vittime dei reati contestati dall'inchiesta, oggi adolescenti, ' manifestano profondi segni di disagio, tossicodipendenza e gesti di autolesionismo'.
Le indagini sono iniziate alla fine dell'estate del 2018 dopo l'anomala escalation di denunce da parte dei servizi sociali coinvolti, per ipotesi di reati di abusi sessuali e violenze a danni di minori commessi da parte dei genitori.