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Al via in tutta Italia i processi in videoconferenza. I primi esperimenti sono stati fatti già nelle scorse settimane e piano piano tutti i tribunali italiani si stanno adattando alla nuova situazione. «La Giustizia sta reagendo all’emergenza cercando, tra difficoltà e ostacoli, di garantire lo svolgimento dei processi urgenti e i diritti dei cittadini», ha confermato il Guardasigilli Alfonso Bonafede, ringraziando magistrati, avvocati e forze dell’ordine per l’impegno. Il decreto “Cura Italia” emesso dal governo ha posticipato al 15 aprile il rinvio d’ufficio delle udienze non urgenti e la sospensione di tutti i termini, ma già il precedente decreto legge dell’ 8 marzo forniva le prime indicazioni per attrezzarsi all’udienza online. Il testo indica espressamente l’utilizzo dei programmi Skype Business e Teams ( di Microsoft) e autorizza i collegamenti sia su dispositivi dell’ufficio che su quelli personali, ma con infrastrutture e aree di data center riservate in via esclusiva al Ministero della Giustizia.
Per quanto riguarda le udienze penali, esse si svolgono con gli strumenti di videoconferenza a disposizione degli uffici e degli istituti penitenziari. Se invece non serve la fonia riservata tra il detenuto e il suo difensore, si possono utilizzare Skype Business e Teams.
Per quanto riguarda le forniture di strumenti idonei, nella relazione sull’amministrazione della giustizia del 2020, risultano completate con il passaggio da tecnologia analogica a digitale 32 aule presso gli Uffici giudiziari e 123 sale del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ( su un totale di 276 aule e 425 sale del Dap).
L’emergenza sanitaria, tuttavia, ha imposto a tutti i tribunali una netta accelerazione nell’aggiornamento dei propri sistemi telematici per far fronte alle necessità. In molti uffici è avvenuto con successo, soprattutto grazie alla sottoscrizione di protocolli tra avvocati, magistrati e forze dell’ordine che hanno permesso di individuare strutture, allestire aule e omologare i sistemi di videoconferenza.
NORD
A Milano, grazie a un protocollo siglato il 14 marzo dall’Ordine degli Avvocati di Milano, la Camera penale, la Procura e il Tribunale, si sono iniziati a a celebrare i processi per direttissima via web, con cinque udienze svolte con Teams. Nelle Aule del Palazzo di Giustizia, invece, sono state celebrate ieri le prime direttissime in teleconferenza.
Inoltre, è stata resa funzionante la videoconferenza tra il tribunale e il carcere di San Vittore, per provvedere a convalide di arresti e fermi e agli interrogatori di garanzia. Lo stesso sta avvenendo anche a Brescia, una delle città più drammaticamente colpite dal virus. Anche a Bologna hanno iniziato a svolgersi le prime udienze penali in videocollegamento, con sistemi e computer messi a disposizione dagli uffici. Dal 10 di marzo, il sistema è invalso anche presso la Corte d’Appello di
Venezia. Nel tribunale di Cremona, invece, un giudice, con l’aiuto dei suoi studenti del corso di “sistemi digitali per il processo” dell’Università Cattolica facoltà di Giurisprudenza della sede di Piacenza, ha predisposto via Skype un sistema per svolgere le udienze anche con molte parti collegate ( se ne è svolta una con 22 avvocati collegati) e con la possibilità per il cancelliere di verbalizzare in diretta schermo. Anche a Bolzano, il 13 marzo scorso, si è svolta via Skype la convalida dell’arresto di un uomo accusato di femminicidio. Per quanto riguarda Veneto, invece, già dall’ 11 marzo a Treviso è stato possibile concludere via Skype un processo di primo grado con rito abbreviato per estorsione. Anche a Ivrea, in Piemonte, il presidente del tribunale ha emanato una circolare in cui chiede agli avvocati di dotarsi del sistema per poter così svolgere le udienze penali urgenti.
Ieri il Tribunale di Roma ha siglato un protocollo con la Procura, il Consiglio dell’ordine degli avvocati, la Camera penale, la questura, i carabinieri, la guardia di finanza e tutti i carceri cittadini proprio in materia di udienze mediante videoconferenza. Il sistema è stato predisposto e testato, gli stumenti tecnici per consentire le udienze da remoto sono stati o organizzati e dunque anche la Capitale è pronta per la celebrazione delle udienze penali via Skype o teams. A Chieti, in Abruzzo, sono inziate le convalide di arresto per via telematica, grazie al protocollo d’intesa firmato dal presidente del Tribunale, dal procuratore della Repubblica e dal presidente dell’Ordine degli avvocati Goffredo Tatozzi, e che prevede l’utilizzo della piattaforma Teams per lo svolgimento delle udienze.
SUD
Anche il Tribunale di Napoli, come quello di Roma, ha siglato un protocollo di intesa con Procura, Ordine forense e Camera penale e il processo a distanza inizierà a funzionare lunedì, con anche la possibilità di condivisione degli atti giudiziari in una apposita chat. Fino al prossimo 30 giugno, inoltre, saranno raccolti in videoconferenza gli interrogatori di persone detenute e i verbali dei collaboratori di giustizia. Al Tribunale di Agrigento ( primo tribunale in Italia ad aver introdotto l’uso della piattaforma telematica per comunicazioni on line per lo svolgimento delle udienze civili) si sono già svolti i primi esperimenti di udienza via Skype, in particolare nel settore civile per un procedimento di affidamento tutelare di un minore. Il giudice ha incontrato virtualmente avvocati e parti e lo ha fatto da casa sul proprio pc personale, dopo che i tecnici hanno attivato i programmi necessari. Così è stato redatto anche il verbale d’udienza. Anche la giustizia pugliese sta adottando il processo online. Dopo la sanificazione degli uffici del palazzo di Giustizia di Bari, dal 23 marzo hanno iniziato a svolgersi in videoconferenza i processi per direttissima, che avvengono un l’attivazione di una videochiamata Skype per pm, giudice e avvocato presenti in aula con dispositivi anticontagio e per il detenuto in collegamento dal carcere.