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I malori “da caldo”, nei giorni da bollino rosso in molte città italiane, hanno fatto aumentare del 15% gli accessi ai pronto soccorso. Anche se, a causa della riduzione del personale legata alle ferie, la percezione è di un maggiore aumento della “pressione” sui servizi di emergenza sanitaria. «Questo aumento di richieste coinvolge soprattutto gli anziani che tendono a bere meno perché, fisiologicamente, non sentono la sete. A questo si aggiunge che, in genere, prendono molti farmaci e, con la disidratazione, questo può creare vari effetti collaterali anche gravi». A tracciare il quadro è Adelina Ricciardelli, past president della Federazione italiana di medicina di emergenza- urgenza e delle catastrofi ( Fimeuc).
Gli effetti più gravi del caldo, come i colpi di calore, riguardano però «soprattutto gli operai dei cantieri aperti sulle strade – spiega l'esperta all'Adnkronos Salute - persone fisicamente sane che, per il gran caldo, di cui spesso sottovalutano i rischi, possono arrivare a perdere conoscenza. Accusano mal di testa, forti crampi o debolezza muscolare, stato confusionale». Le chiamate al 118 aumentano, purtroppo anche per suicidi e tentativi di suicidi. «È un fenomeno ormai noto - continua Ricciardelli - nella fase di “svuotamento” delle città vengono fuori i malesseri psicologici latenti e aumentano i tentativi di suicidio. Quando invece la città è vuota crescono le chiamate per ansia, crisi di panico o per semplici richieste di consigli telefonici», elenca Ricciardelli. Le richieste “improprie”, dunque, non mancano.
«Oggi il 118 e il Pronto soccorso sono gli unici servizi del territori sempre aperti. In molti casi, però, basterebbe avere un servizio per il consiglio telefonico disponibile sempre per ridurre le chiamate inutili. Gli studi hanno dimostrato che alla guardia medica, anche dopo mezzanotte prevalgono le chiamate per le consulenze telefoniche. Serve una coraggiosa ristrutturazione del territorio, di cui si parla ormai da anni, con un sistema per le risposte ai bisogni del cittadino, quando non si tratta di emergenza, sulle 24 ore».