PHOTO
Nel giro di pochi giorni il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dato i numeri, sciorinando nella sua Comunicazione al Parlamento anche alcuni dei punti contenuti nel d.d.l. n.1315, di conversione in legge del d.l. n.178/2024, recante misure urgenti in materia di giustizia (che, sia chiaro, ha registrato 163 voti a favore, 103 astenuti e nessun contrario).
In disparte l’eterogeneità del testo (si va da norme che regolano la gestione delle crisi d’impresa ai Consigli giudiziari, dall’eliminazione del requisito di servizio residuo per incarichi direttivi degli Uffici giudiziari all’estensione della copertura Inail ai Lavori di pubblica utilità, dalla verifica della fattibilità operativa dei braccialetti elettronici alle disposizioni in materia di edilizia penitenziaria), che pur essendo condizione necessaria per l’utilizzo della decretazione di straordinaria necessità e urgenza sembra ormai sfuggire al controllo, colpisce lo storno delle provviste economiche già appostate sui capitoli 1265 e 2136 in favore dell’edilizia penitenziaria.
E infatti, come si può leggere sul sito della Camera, la verifica delle quantificazioni porta a rilevare come l’incremento di quasi 96 milioni di euro per costruire nuove carceri tragga linfa soprattutto da quello per la riforma della magistratura onoraria – quasi 74 milioni – per più di 13 milioni dal fondo per il rimborso delle spese legali agli imputati assolti, e per circa 9 milioni dal Fondo per la Giustizia riparativa.
Certo, com’è noto, i fondi non utilizzati non possono andare in accumulo sullo stesso capitolo, e occorre prendere atto che “il Governo ha assicurato che l’utilizzo delle risorse dei predetti fondi non arreca alcun pregiudizio alla realizzazione delle finalità di spesa previste a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse”. Staremo a vedere.
Ma che ci vuole fare il Governo con questi quattrini?
Ce lo dice, per l’appunto, il Ministro della Giustizia, evocando gli antichi Greci e la loro accezione qualitativa del tempo (Kairos), circa “la capacità di fare la cosa più opportuna al momento giusto, cogliendo lo spirito stesso del Tempo”.
E allora vediamo, il Ministro Spike Lee: pur attingendo da diverse risorse, il nostro ci informa, attraverso i rappresentanti del popolo, che quanto al processo penale telematico si va “verso una rapida attribuzione di nuovi ruoli direttivi in cui sia potenziata la presenza di magistrati rispetto a quella del personale tecnico e ingegneristico, per svolgere al meglio la fase per così dire di tailoring dell’applicativo”. È scritto così; dall’antica Grecia alle storiellette, affidate a nuovi fuori ruolo.
Ma torniamo all’hardware: “Il tema centrale dell’attività in campo penitenziario è stata e sarà la sicurezza nelle carceri”. L’usato sicuro fa sempre il suo effetto, “in particolare a favore della polizia penitenziaria”.
E del resto, con desolante presa d’atto, si comincia con l’elencazione di G.i.o., organigrammi, scudi, guanti, giubbotti antiproiettili, e si prosegue con “un discorso speciale che merita l’edilizia penitenziaria”, ché del resto “il sovraffollamento carcerario si affronta con l’edilizia penitenziaria e non con i provvedimenti svuota carceri [..] che erodono la certezza della pena e aumentano l’insicurezza sociale”.
Eccallà; carceri, padiglioni, per arrivare a “ben 7.000 nuovi posti detentivi”, con i super poteri del commissario Doglio, per “fondare il futuro del mondo carcerario”. Solo alla fine, sol perché “il presente è figlio di passato che vogliamo superare, si impone tuttavia di rappresentare [...] la situazione della popolazione carceraria”, la cui rappresentazione drammatica si limita ad enunciazione numerica (e così anche per il capitolo concernente la Giustizia minorile, il cui overcrowding penitenziario viene incredibilmente attribuito al progressivo aumento penitenziario post Covid, all’aumento esponenziale dei giovani detenuti migranti, all’aumento della devianza. Dice qualcosa il decreto Caivano?
Sipario, con richiamo ai pilastri della cultura giudaico-cristiana e a quella greco-romana, inseguendo la felicità attraverso libertà economica, religiosa e culturale.
Quanto all’attitudine rieducativa della pena, “lo Spirito del tempo” (quale?) a coronare l’ideale cristiano, la intende così: “Redenzione dopo l’espiazione”. “Cervello per comprendere, cuore per risolversi, braccio per eseguire”; questo l’insegnamento dello storico e politico inglese cui si richiama il Ministro. Chi scrive ha diversa concezione del corpo umano; per quel che riguarda le persone, la domanda è “cosa fare”, non “dove la metto”.