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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione
«Il Csm è lo strumento previsto dalla Costituzione per dare concretezza al principio di indipendenza della giurisdizione, principio che costituisce un cardine della nostra democrazia». E il governo autonomo del Csm lo mette nelle condizioni di «compiere scelte libere da ogni forma di condizionamento in tutte le decisioni di sua competenza». Ne consegue che «la magistratura non deve rispondere alle opinioni correnti perché è soggetto soltanto alla legge». Firmato, Sergio Mattarella, 25 settembre 2018, Palazzo dei Marescialli, Roma.
Chi in questi giorni si è divertito nell’esegesi del discorso che il Capo dello Stato ha pronunciato di fronte al nuovo Csm, soffermandosi e interpretando con i soliti bizantinismi quel passaggio (dovuto) sull’indipendenza della magistratura, quasi che fosse una bacchettata al ministro Nordio, ecco chi ha fatto tutto questo dovrebbe rileggere le parole che lo stesso Mattarella pronunciò quel 25 settembre del 2018, in occasione dell’insediamento del Csm “scaduto” in questi giorni.
Altro che indipendenza: quel giorno Mattarella indugiò molto di più sul concetto di autonomia dei magistrati e sull’assoluta libertà degli stessi membri del Csm, «i quali - ricordò il capo dello Stato - non sono lì per rappresentare singoli gruppi politici, bensì perché dotati di specifiche particolari professionalità». Certo, poi sappiamo tutti come andò a finire, ma questa è un’altra storia... Insomma, chi si ostina a tirare per la giacchetta, è così che si dice, il capo dello Stato, sembra non aver chiaro ancora il profilo che Mattarella ha scelto nella sua lunga permanenza al Colle.
Una postura che nulla ha a che vedere con quella decisionista e al limite delle sue prerogative giocata dall’ex presidente Giorgio Napolitano. Un gigante, per carità, che però più di una volta interpretò il suo mandato come un pater familias assai presente nell’agone della politica. Certo, i tempi erano diversi, ma diverso era anche l’inquilino del Colle. Insomma, tutto il contrario di Sergio Mattarella che ha fatto della sacralità dell’equilibrio tra poteri la sua cifra irrinunciabile. Per questo dubitiamo che abbia voluto lanciare messaggi velati contro un guardasigilli che qualcuno considera “troppo” ciarliero. Userebbe modi assai più discreti ed efficaci, ne siamo certi...