«La magistratura non deve rispondere alle opinioni correnti perché è soggetto soltanto alla legge». Firmato, Sergio Mattarella, 25 settembre 2018, Palazzo dei Marescialli, Roma
Per il ministro la nostra Carta «oggi è incompatibile con il nostro sistema giudiziario e con il diritto penale». E ribadisce la necessità di separare le carriere dei pm e dei giudici
INTERVISTA AL PROFESSOR GIOVANNI GUZZETTA. Non si tratta di un vincolo incostituzionale. Ma, dice il docente di Diritto pubblico a Tor Vergata, «se la complessità delle norme arriva a un punto in cui si raggiunge l’entropia e la confusione totale, si rischia l’inefficacia»
"La Costituzione non odia" illustra anche le nuove risposte giuridiche alla violenza della rete. Il volume è promosso dalla Statale di Milano e dall'associazione "Vox".
Il decreto che attua la direttiva Ue rafforza il principio dell’articolo 27 anche rispetto all’esuberanza dei pm. Che dovranno rettificare le frasi troppo sbrigative sugli indagati.
Il magistrato è sempre pronto ad assumersi l’onere di giudicare nel merito, ma il compromesso sul Ddl penale sfida la Costituzione, che assegna al legislatore la responsabilità sui tempi del giudizio.
Conversazione con Lorenzo Infantino: «Ridurre le spese della politica? Terracini spiegava che l’economia di spesa non deve mai essere realizzata a danno della più ampia rappresentanza dei cittadini»
Il diritto alla dignità di un 80enne malato non può cedere alle esigenze di esecuzione della pena. Almeno ad articolo 27 invariato. Solo due alternative: cambiare costituzione. O paese
Che il pianeta giustizia fibrilli, non è una novità. Lo scontro con la politica dura da 25 anni e il caso Palamara, almeno nelle intenzioni sotterranee di qualcuno, potrebbe segnare una specie di rivincita nella partita di ritorno
Secondo il costituzionalista Francesco Clementi, «per la maggior parte dei decreti approvati “salvo intese” il tema di fondo è la politica non vuole assumersi le proprie responsabilità»
Il magistrato critica la scarcerazione di Carminati: "I cittadini non capiscono". Ma derogare ai diritti di uno significa mettere a rischio l'intero Stato di Diritto
Il 2 giugno del presidente della Repubblica fra la monumentale piazza Venezia e la targa per le vittime del covid nel cimitero del comune lombardo: «Dobbiamo ripartire da ciò che ci unisce», ricorda dall’epicentro dell’epidemia. «Qui è presente l'Italia della solidarietà, della civiltà, del coraggio». Ma il suo appello all’unità delle forze politiche è già stato tradito
Le toghe schierate contro i giudici di sorveglianza, loro colleghi, sanno benissimo che noi tutti siamo più forti dei mafiosi proprio grazie ai diritti. Ma ora questi magistrati dell’accusa tentano di rovesciare l’ordinamento penitenziario che impedisce loro di toccare palla. Ecco perché mentono, sapendo di mentire, sulle fantomatiche orde di boss ingiustamente messi in libertà