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Il percorso è tracciato: il futuro dell’associazionismo in magistratura sarà all’insegna del “bipolarismo”. Un notevole cambio di passo rispetto all’attuale frammentazione caratterizzata da ben quattro gruppi associativi e che, seppur con i dovuti distinguo, anticipa o quanto meno riecheggia quanto accade nella politica tout court. A un raggruppamento “moderato”, attento alle condizioni di lavoro delle toghe e ai temi prettamente “sindacali”, se ne contrapporrà uno più “ideologizzato”, contraddistinto da un maggiore impegno del magistrato nella politica del Paese, con uno sguardo anche ad argomenti sensibili come i diritti civili.
Il primo banco di prova saranno le elezioni per il rinnovo del comitato direttivo centrale dell’Anm, in programma per il prossimo 22 marzo. Magistratura indipendente, la corrente un tempo definita di “destra”, ha aperto le proprie liste anche a candidati non iscritti ma che ne condividono «la sensibilità moderata, il non collateralismo, la polifonia». Fra gli elementi aggreganti, «la libertà d’espressione, la valorizzazione di competenze e professionalità».
Già diverse le toghe di Unicost, il gruppo centrista, che hanno aderito. La scelta di “Mi” è anche in prospettiva di un’altra tornata elettorale: quella per il rinnovo del Csm, prevista per il 2022. Elezioni, queste ultime, che salvo colpi di scena si terranno con l’attuale sistema elettorale. La riforma, annunciata dal guardasigilli Bonafede all’indomani della vicenda Palamara, e che sembrava inizialmente incentrata sul sorteggio dei componenti togati, non è più una priorità, e andrà comunque a lungo discussa in Parlamento, prima che i relativi decreti delegati possano entrare in vigore.
Oltre alle affinità culturali, un altro motivo che spingerà le toghe ad aggregarsi in due grandi “contenitori” è l’esigenza – molto concreta – di avere a Palazzo dei Marescialli una compagine numerosa in grado di incidere in maniera efficace sui percorsi decisionali. A partire dalle nomine. Avere un gruppo composto da solo uno o due consiglieri rischia di essere ininfluente.
La semplificazione del quadro associativo, però, si è in parte già avuta con le elezioni suppletive dello scorso dicembre, a cui i magistrati sono stati chiamati a eleggere il sostituto del giudice Paolo Criscuoli. Autonomia e Indipendenza, la corrente fondata da Piercamillo Davigo, non ha presentato candidati, facendo confluire i voti sulla rappresentare del cartello progressista Area, Elisabetta Chinaglia, poi eletta. Sul futuro di AeI molto comunque dipenderà dalle decisioni di Davigo, in pensione dal prossimo ottobre.