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Com’era facilmente prevedibile, l’allarmismo sulla gestione dell’emergenza Coronavirus non poteva non coinvolgere i tribunali. In particolare quelli della Lombardia, regione dove sono stati segnalati i primi focolai del virus e dove si contano il maggior numero di contagiati. A Milano ed in tutta la Lombardia, dalla scorsa settimana, è stata decisa dalle autorità locali la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, dei cinema, dei teatri, delle chiese, delle palestre e di qualsiasi luogo dove ci possano essere assembramenti di persone. Nessuna chiusura, invece, per i vari palazzi di giustizia.Per poter chiudere i tribunali, e di conseguenza sospendere l’attività giudiziaria, era necessario un decreto urgente del governo. Che non c’è stato. Ciò ha provocato forte disappunto fra i giudici che hanno da subito evidenziato questa disparità di trattamento. Il tribunale di Milano, infatti, frequentato ogni giorno da diverse migliaia di utenti, fra magistrati, avvocati, personale amministrativo, forze di polizia, testimoni, rientrerebbe a pieno titolo fra i posti ad alto rischio di diffusione del contagio fra le persone. I capi degli uffici, i presidenti delle Corti d’Appello di Milano e Brescia, in assenza di un provvedimento governativo, hanno emesso delle disposizioni, “delegando” ai singoli giudici la gestione dell’emergenza. Le indicazioni date invitano a non fare udienza se l’aula è troppo affollata, raccomandando di tenersi almeno a due metri di distanza dalle parti. L’applicazione di queste linee guida ha determinato lo “svuotamento” delle aule, facendo però immediatamente riversare nei corridoi, soprattutto nel settore civile, centinaia di persone e creando quegli assembramenti che si volevano evitare. La situazione è assai grave presso l’Ufficio del giudice di pace, costringendo il presidente del Tribunale di Milano, Roberto Bichi, ad intervenire, disponendo il rinvio per tutte le udienze previste per questa settimana. Troppe infatti le persone che si accalcavano davanti alle porte dei giudici con l'immediata protesta degli avvocati.Il problema (ma non è una novità) è dovuto al fatto che le udienze vengono molto spesso calendarizzate con il medesimo orario, obbligando gli avvocati e le parti ad essere presenti in Tribunale fin dal mattino. La Procura ha risolto il problema del sovraffollamento ricorrendo alla mail. Ogni attività dovrà da ieri essere svolta tramite posta elettronica: dalla richiesta di appuntamento dell’avvocato con il Pm, alla liquidazione delle spese di giustizia. Alle numerose forze di polizia in Pretura, è stato ordinato di non presentarsi. Sospesi, per almeno 20 giorni, le attività di consultazione dei fascicoli. Nel frattempo è partito un piano di pulizie straordinarie degli uffici. Sul fronte delle tutele individuali, chi vorrà potrà indossa la mascherina, infrangendo la norma che vieta di presentarsi in aula a volto coperto.