Un altro suicidio nelle carceri italiane. Un uomo di 69 anni si è tolto la vita nel carcere di Verona, portando a 18 il numero dei detenuti suicidi dall'inizio del 2025. La notizia è stata commentata con preoccupazione da Sandro Ruotolo, componente della segreteria nazionale del Partito Democratico ed europarlamentare, che ha denunciato con forza la drammatica situazione degli istituti penitenziari italiani.

«Siamo solo a metà marzo, sono passati appena 75 giorni dall’inizio dell’anno, e nelle nostre prigioni ci sono già stati 18 suicidi. Un suicidio ogni quattro giorni, proprio come nel 2024», ha dichiarato Ruotolo, sottolineando come l’anno scorso sia stato «un anno nero», con 88 detenuti che si sono tolti la vita e 243 morti in carcere, il numero più alto mai registrato nelle statistiche ministeriali degli ultimi 30 anni.

«Non è un caso che sempre più persone in carcere si tolgano la vita. Non è un caso che la disperazione sia diventata la regola», ha continuato l’esponente dem. «Il carcere, che per la Costituzione dovrebbe essere luogo di rieducazione e reinserimento, si sta trasformando in un mattatoio umano».

Emergenza nelle carceri: sovraffollamento e condizioni disumane

Ruotolo ha puntato il dito contro le condizioni critiche del sistema penitenziario, evidenziando il sovraffollamento, la carenza di personale e le difficili condizioni di vita all’interno delle strutture. Secondo l’europarlamentare, la situazione è ormai fuori controllo e l’assenza di un intervento da parte del governo non fa altro che aggravare il problema.

«La destra continua a promettere nuove carceri, ma non guarda dentro le carceri», ha accusato Ruotolo. «Questo governo ignora la disperazione e gioca sulla pancia del Paese, senza pensare al suo futuro».