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LINA DI DOMENICO POLIZIA PENITENZIARIA
La domanda posta dal Partito Democratico e da Italia Viva durante il question time al Senato ieri pomeriggio era semplice: «Quando verrà nominato il nuovo capo del Dap?». La risposta del Ministro della Giustizia Carlo Nordio è arrivata dopo diverse sollecitazioni da parte dei parlamentari e non è stata altrettanto chiara: «Sarà abbastanza imminente ma si inserisce in tutta quella serie di nomine che vede soprattutto nella giurisdizione la difficoltà di coprire un incarico apicale per una serie di questioni che obbediscono a parametri complessi» . Cosa significhi è difficile a dirsi, tanto è vero che la senatrice dem Anna Rossomando nella sua replica finale lo ha criticato per la sua vaghezza: «Perché non ci risponde? A chi deve chiedere prima?». La difesa di Nordio era stata: «Perché voi dell’opposizione non vi lamentate quando passa anche più di un anno prima che venga nominato un nuovo presidente di Tribunale o un nuovo Procuratore generale?» . E ancora quanto alla nomina provvisoria di Lina Di Domenico al vertice del Dap, «l'affidamento di funzioni vicarie non è un fatto nuovo, è già stato fatto diverse volte in passato da diversi governi. Non c'è nulla di nuovo sotto il sole».
Un tentativo di sviare senza andare al nocciolo del problema come evidenziato dagli interventi di Scalfarotto (Iv) e Bazoli (Pd). Secondo il primo è «inaccettabile che dal dicembre scorso il Dipartimento, dopo le dimissioni di Giovanni Russo, sia privo di un vertice, considerando altresì come il capo del DAP sia anche il capo del Corpo di Polizia penitenziaria».
Per il secondo «in maniera irrituale e irrispettosa dei passaggi istituzionali, la sostituta sarebbe stata immediatamente individuata, senza previa consultazione del Presidente della Repubblica, che, in quanto capo delle forze armate, è tenuto a firmare il decreto di nomina». La sostituta sarebbe appunto la di Domenico, già Vicecapo del Dipartimento dal 2023, la quale avrebbe preso il posto di Giovanni Russo, non troppo in sintonia con il sottosegretario Andrea Delmastro. Ricostruzione smentita dal Guardasigilli per cui «il dottore Giovanni Russo ha presentato volontarie dimissioni per la legittima ambizione di ricoprire altro e prestigioso incarico internazionale per il quale mi aveva manifestato profondo interesse».
Entrambi gli interroganti hanno poi sottolineato come «l'assenza di un incarico formale a chi dovrebbe occuparsi dell'amministrazione degli istituti di pena aggrava ulteriormente la situazione drammatica in cui versa il sistema penitenziario del nostro Paese». Per Nordio, tuttavia, «se aumenta il numero dei carcerati è colpa di chi commette i reati e della magistratura, non certo dei Governo».
Un assist per l’opposizione: «il decreto Caivano ha riempito in modo indecoroso i nostri istituti penali minorili» ha controbattuto Scalfarotto, seguito da Bazoli per cui «quello che a noi preme non sono le cause del sovraffollamento ma come lei intende dare una risposta» e Rossomando secondo la quale «per lei signor Ministro la magistratura è una magnifica ossessione ma siete voi che avete complicato il lavoro dei giudici di sorveglianza modificando la norma sulla liberazione anticipata e non avete messo in atto nessuna iniziativa per alleggerire la popolazione carceraria».
Il Ministro Nordio era stato ‘ interrogato’ anche dal Movimento Cinque Stelle che – da quale pulpito viene la predica – lo ha accusato di aver contraddetto le sue dichiarazioni favorevoli ad una depenalizzazione, appena nominato Ministro, con una politica panpenalista.
Il responsabile di via Arenula ha risposto: «spiace ancora una volta constatare che l’opposizione, priva di seri argomenti, agiti continuamente nei miei confronti e dell’intero Governo, lo spettro della “bulimia punitiva… volta ad intasare il codice penale… e di un garantismo rivelatosi solo di facciata”». Occorre capire, secondo Nordio, che «per i cittadini sorgono nuove esigenze di tutela alle quali dobbiamo dare risposta, adeguandone gli strumenti anche di tipo repressivo, mediante la previsione di nuove fattispecie di reato in grado di prevenire e contrastare nuovi ed odiosi fenomeni criminosi».