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Presunti pestaggi al carcere toscano di San Gimignano nei confronti di un detenuto extracomunitario con problemi psichici? Tutto è scaturito da una denuncia shock di un detenuto italiano – in seguito trasferito al carcere di Asti – che ha fatto trapelare l’accaduto con una lettera recapitata a Sandra Berardi, presidente dell’associazione Yairaiha Onlus.
La segnalazione è stata fatta prontamente al ministero della Giustizia, ai Garanti dei detenuti di competenza, alla parlamentare europea Eleonora Fiorenza e al Presidente della Camera Roberto Fico. I fatti narrati sono di estrema gravità. «Il problema è nato l’ 11 ottobre del 2018 quando, verso le 15,20 è arrivata nella sezione dell’istituto una vera e propria squadriglia – denuncia il detenuto nella lettera -, non trovo altre parole per descriverla. Un vero e proprio raid, oltre 20 agenti, compresi due ispettori, e a me e ad altri detenuti, qui all’isolamento, ci hanno fatto assistere a un vero e proprio pestaggio nei confronti di un extra- comunitario. Nel frattempo che il detenuto veniva spostato da un’estremità dalla sezione all’altra a calci e pugni, cioè intendo che non è che hanno provato magari con un piccolo atto di forza magari con qualche spintone visto che il detenuto psicologicamente e fisicamente non stava affatto bene, peserà intorno ai 45 kg e lo dovevano spostare in un’altra cella, perché aveva rotto quella in cui era ubicato. C’è da dire che questo detenuto non è violento con altri, non lo è mai stato, forse con lui stesso lo è stato».
La lettera prosegue spiegando che alcuni di loro avrebbero denunciato tutto e da lì sarebbe iniziato il loro calvario. «Soprattutto il mio – racconta il detenuto – perché dopo sei giorni, cioè il 17 ottobre, mi sono state contestati due fatti, una che risaliva all’ 8 e l’altro all’ 11. Nella prima io avrei detto “bastardo” a un ispettore e l’altra, cioè durante il pestaggio all’extra- comunitario, non solo ho ricevuto un pugno in testa come da referto mostrato, ma chiuso in cella, avrei ripetutamente sputato contro agenti dicendogli “siete tutti bastardi”». Il detenuto spiega che però fortunatamente ci sarebbero le telecamere a testimoniare i fatti, «ben due di sorveglianza - scrive - che sono state acquisite dal Giudice di competenza, come da noi richieste dalla denuncia».
Il Garante locale del carcere di San Gimignano è l’associazione L’Altro Diritto che, una volta avuta la segnalazione, si è prontamente mossa per riscontrare la veridicità dei fatti, contattando gli organi competenti, compresa la direzione del penitenziario. «Abbiamo appreso la notizia dal garante regionale dei diritti dei detenuti che ci ha inoltrato la lettera dell’associazione Yairaiha Onlus – spiega L’Altro Diritto -. Non appena ricevuta la notizia ci siamo attivati per le opportune verifiche ed abbiamo ricevuto informalmente conferma da parte della Asl del fatto che il personale medico di turno ha refertato alcuni detenuti che hanno dichiarato di essere state vittime di violenze da parte di alcuni agenti di polizia penitenziaria. Referto che pare sia già stato trasmesso alla procura competente, mentre i detenuti pare siano stati trasferiti in altri istituti. Siamo ancora in attesa di ricevere conferme ufficiali dalle amministrazioni coinvolte. Ma ci auguriamo – sottolinea - che l’autorità giudiziaria effettui una pronta ed efficace attività di investigazione su una vicenda che appare, se confermata, di una gravità inaudita. Anche perché si è verificata all’interno di un istituto penitenziario già afflitto da gravi problemi strutturali e gestionali. Ci teniamo a sottolineare – conclude il garante locale - la grande trasparenza e correttezza dell’operato del personale medico coinvolto e della Asl che ha, senza esitazione, segnalato il caso alle autorità competenti per le opportune verifiche. Come Associazione incaricata del ruolo di Garante dei diritti dei detenuti del carcere di San Gimignano pretenderemo che si faccia piena luce sulla vicenda ed offriremo tutto il nostro supporto alle presunte vittime».
Ora l’associazione L’Altro Diritto è in attesa di riscontri. Intanto però spuntano fuori i referti medici, che la dottoressa di reparto aveva redatto e trasmesso alla Asl Toscana Sud Est di competenza. Contattata da Il Dubbio, la Asl di Arezzo conferma non solo l’esistenza dei referti riguardanti i detenuti coinvolti nei presunti pestaggi, ma anche che, ai sensi dell’art 331 cpp, è stata trasmessa la notizia di reato alla competente Procura. «Avendo ricevuto – spiegano alla Asl - i referti del medico che gestisce il presidio sanitario interno al carcere, - oltre che le dichiarazioni dei detenuti circa alcuni atteggiamenti a loro dire “pesanti”, che sarebbero stati realizzati dagli operatori penitenziari-, noi siamo tenuti ad attivare l’indagine della Procura». Cosa è davvero accaduto all’interno del carcere di San Gimignano? Sarà la Procura, visto che ha ricevuto la denuncia, ad attivarsi ed eventualmente ad indagare per l’accertamento dei fatti.