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«Perplessità» sulla norma che vieta la costituzione di gruppi nel Csm che «rischia di ostacolare il funzionamento dell’organismo e di risolversi in una ipocrisia», e sulla «composizione delle commissioni per estrazione, anziché per designazione del comitato di presidenza o per elezione, come avviene per la sezione disciplinare» perché «rischia di mortificare le differenti competenze dei componenti del Consiglio». Questi i rilievi che il coordinamento delle toghe di Area avanza sulle novità contenute nella riforma approvata ieri dal Governo. Anche sul tema della legge elettorale per il Csm, osservano le toghe progressiste, «ci sono dubbi sull’effettiva garanzia circa la rappresentanza di genere» mentre la soluzione del sorteggio «anche in questa versione più morbida, mantiene incertezza di costituzionalità e svilisce la competizione elettorale». Molte altre modifiche, invece, «incontrano le richieste della magistratura, come per la nomina dei direttivi, l’organizzazione della procura, la semplificazione della valutazione di professionalità, l’accesso alle funzioni di legittimità, l’attribuzione alla Scuola superiore della formazione per il concorso, la riabilitazione dei magistrati condannati disciplinarmente, la partecipazione alle elezioni politiche ed amministrative ed il successivo ricollocamento dei magistrati», aggiunge Area democratica per la Giustizia, sottolineando che «anche rispetto al Csm numerose norme sono positive, come quella relativa all’incompatibilità tra alcune commissioni di gestione amministrativa e la sezione disciplinare, l’apertura dei ruoli tecnici del Consiglio al mondo universitario e la previsione sui progetti organizzativi delle procure».