Ricusazione respinta: Davigo resta "giudice" di Palamara
Piercamillo Davigo resta nel collegio disciplinare che dovrà giudicare sulle incolpazioni mosse a Luca Palamara nel procedimento sul caso procure. Il Csm, infatti, ha respinto l'istanza di ricusazione presentata dalla difesa del pm di Roma
Piercamillo Davigo resta nel collegio disciplinare che dovrà giudicare sulle incolpazioni mosse a Luca Palamara nel procedimento sul caso procure. Il Csm, infatti, ha respinto l'istanza di ricusazione presentata dalla difesa del pm di Roma (ora sospeso) nei confronti del togato. Con l'ordinanza notificata oggi alla difesa di Palamara, con cui e' stata rigettata l'istanza di ricusazione nei confronti di Davigo, è stata anche dichiarata "manifestamente infondata" la questione di legittimità che il difensore di Palamara, il consigliere di Cassazione Stefano Giaime Guizzi, aveva sollevato con riferimento alla mancata previsione che sull'istanza di ricusazione decidano le sezioni unite civili della Suprema Corte.
La ricusazione di Davigo
Piercamillo Davigo, togato del Csm che fa parte del collegio della sezione disciplinare che celebrerà il processo a carico di Luca Palamara, è stato citato come testimone dallo stesso Palamara. Per questo, a prescindere dalla decisione della disciplinare sull’accoglimento della richiesta, dovrebbe astenersi o sarà ricusato. Lo annuncia il legale del pm, il magistrato della Cassazione, Stefano Giaime Guizzi, in una memoria inviata alla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. La richiesta di «autorizzazione alla citazione» di Davigo «quale teste a discarico dell’incolpato» è una circostanza che «pone il consigliere Davigo», qualunque sarà la determinazione che assumerà la sezione disciplinare in ordine alla richiesta di escussione dello stesso quale teste, «in una condizione davvero “sui generis”, tale da consigliarne l’astensione» oppure «in difetto, da indurre sin d’ora questa difesa a formulare istanza di ricusazione», si legge nella memoria inviata a Palazzo dei Marescialli. Per Davigo infatti, sostiene la difesa di Palamara, »si verrebbe a determinare la singolare situazione di un soggetto che riveste, nello stesso processo, la posizione di teste su (taluni dei) fatti oggetto di incolpazione, nonché di giudice degli stessi».«Davigo e Fava parlarono delle divergenze di vedute in Procura a Roma»Nella memoria presentata alla sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli dal difensore di Palamara, viene esposto un incontro di Davigo con Stefano Fava, ex pm romano che presentò un esposto alla prima commissione del Consiglio superiore della magistratura contro l’ex procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e l’aggiunto Paolo Ielo per presunte irregolarità nella gestione delle inchieste sull’avvocato Piero Amara, nel quale i due parlarono di «divergenze di vedute» all’interno della procura di Roma e di quei «possibili conflitti di interesse», oggetto poi dell’esposto richiamato nelle incolpazioni rivolte a Luca Palamara dalla procura generale della Cassazione. È questa per Stefano Giaime Guizzi una delle ragioni per cui Davigo dovrebbe astenersi dal far parte del collegio davanti al quale martedì prossimo inizierà il processo disciplinare a Palamara.