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Le colpe dei figli ricadono sui padri? Ultimamente capita sempre più spesso, anche se il fenomeno ha origini lontane. Uno dei primi casi celebri fu quello di Marco Donat Cattin, terrorista di Prima Linea e figlio di Carlo, potente vice segretario della Democrazia cristiana negli anni Settanta e più volte ministro. Nel 1980 Marco scappò in Francia dopo essere stato avvertito dal padre che la polizia era sulle sue tracce. L’allora presidente del Consiglio Francesco Cossiga aveva messo in guardia Carlo sul fatto che il figlio, fra gli assassini del magistrato Emilio Alessandrini, aveva le ore contate.
La notizia, rivelata poi dal pentito Roberto Sandalo, provocò le dimissioni del governo, la richiesta da parte del Pci di messa in stato d’accusa per Cossiga e la fine della carriera politica per Carlo Donat Cattin.
Ma il conflitto tra carriera politica ( o magistratuale) e questioni familiari non è solo nella letteratura della Prima Repubblica. A voler restare ai politici stroncati dalla gesta dei figli, come non ricordare il caso di Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti costretto alle dimissioni perché il figlio Luca aveva ricevuto in dono da un imprenditore, arrestato nell’indagine sulle “Grandi opere” della Procura di Firenze, un Rolex in occasione della laurea? Lupi, non indagato, dopo essere stato sostanzialmente discono- sciuto dal premier Matteo Renzi, aveva subito un linciaggio a reti unificate. Altro caso celebre quello riguardante i figli dell’ex leader della Lega Nord Umberto Bossi. Fra lauree tarocche in Albania e spese allegre con i soldi del partito, anche per bolidi da rally, i due costrinsero il padre a un passo indietro. Mollato dal partito, solo grazie all’intercessione di Silvio Berlusconi Bossi è riuscito ad ottenere una candidatura per le prossime elezioni Politiche.
Delle ultimissime ore è il coinvolappalti gimento del figlio del presidente campano Vincenzo De Luca, Roberto, in un’inchiesta di corruzione della Procura di Napoli. L’erede del governatore è assessore al Bilancio del Comune di Salerno, città di cui suo padre è stato sindaco, ed è nel tritacarne anche per via di un’indagine giornalistica parallela a quella dei pm: un video diffuso dal giornale online Fanpage lo ritrae mentre confabula con un finto intermediario di per lo smaltimento delle ecoballe. Ieri notte la sua abitazione e il suo studio professionale ( Roberto De Luca è commercialista). De Luca senior ha commentato: «Massima fiducia nei magistrati, ma assistiamo anche a sceneggiature impensabili, con camorristi assoldati per fare grandi operazioni di intelligence: mi ricorda il clima di due anni e mezzo fa quando, alla vigilia della campagna per le Regionali venne fuori la lista degli impresentabili, nella quale io avevo un ruolo d’onore tra malfattori e delinquenti». Lui, il governatore uscito illeso da tante tempeste giudiziarie, ora deve fare i conti con le disavventure del figlio.
Ma anche i figli dei magistrati sono causa di problemi per gli illustri genitori. Il caso più eclatante è quello del procuratore di Brescia Tommaso Buonanno, con due rampolli arrestati, uno per spaccio di stupefacenti, l’altro per rapina a mano armata ( di mitraglietta). I suoi colleghi hanno chiesto di poter lavorare con “serenità”. Troppo il clamore mediatico, secondo l’Anm locale. Forma elegante, a detta di molti, per invitare il procuratore alle dimissioni. Buonanno, che ha deciso di restare al suo posto, ha replicato che non può pagare per gli errori dei figli.
E poi c’è il caso del procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, bocciato per la corsa alla Procura di Napoli a causa del figlio, avvocato nel capoluogo campano: per il Csm un “conflitto d’interessi” insuperabile. E che dire di Andrea Lembo, candidato a sindaco di Campagna con il Pd. Se eletto finirebbe sotto la giurisdizione del padre Corrado, procuratore di Salerno. Lembo junior è poi vicino a Piero De Luca, altro figlio del governatore della Campania, rinviato a giudizio su richiesta dello stesso Lembo senior per bancarotta fraudolenta. Incroci che definire pericolosi sarebbe eufemistico.