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Sono 39 le interrogazioni redatte dal Partito Radicale e presentate da parlamentari di vari schieramenti dopo l’iniziativa “Ferragosto in carcere”, durante la quale 278 tra dirigenti e militanti del Partito, avvocati dell’Unione Camere Penali, deputati, senatori e Garanti delle persone private delle libertà personali hanno visitato 70 luoghi di detenzione dal 15 al 18 agosto.
Ieri, presso la sala stampa della Camera, sono stati illustrati in sintesi gli atti di sindacato ispettivo indirizzati sia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che a quello della Salute Roberto Speranza.
Il quadro che emerge è quello di carceri sovraffollate, dove sono in aumento i suicidi e azioni di autolesionismo dei reclusi. La situazione è aggravata dalla carenza di agenti di polizia penitenziaria, educatori e psicologi. A ciò si aggiunge l’insufficienza di attività educative o lavorative, per non parlare delle gravissime condizioni sanitarie che coinvolgono soprattutto i malati psichici. I visitatori non hanno poi potuto non notare come in molte celle manchi l’acqua calda, il riscaldamento e i wc siano a vista e spesso a vista e alla turca, e nei bagni non ci siano né finestre né sistemi di areazione. Tutto ciò pregiudica gravemente la rieducazione dei detenuti, come previsto dalla Carta costituzionale. Per Maurizio Turco, segretario del Partito Radicale, «ogni detenuto non rieducato rappresenta un fallimento dello Stato».
La tesoriera Irene Testa ha sottolineato come «la forza e l’alterità del partito sta proprio nell’unire diverse forze politiche intorno al tema delle carceri e delle problematiche dell’intera comunità penitenziaria, detenuti e detenenti, come amava ripetere Marco Pannella». Ed infatti all’incontro di ieri erano presenti parlamentari di varie forze politiche, a partire dal deputato di Forza Italia Roberto Cassinelli: «Dalla XVI legislatura tutti i ministri della Giustizia hanno usato parole di grande attenzione per il tema ma i passi in avanti sono stati davvero pochi». Il suo collega di partito, Roberto Bagnasco, ha «invitato tutti i colleghi a visitare almeno una volta un carcere per rendersi conto che in molti vivono in condizioni disumane».
Il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti ha, invece, evidenziato un dato importante: «In questo momento nelle nostre carceri ci sono addirittura oltre 10.000 detenuti in attesa di primo giudizio» a cui vanno aggiunti oltre 9. 300 persone senza una condanna definitiva.
L’onorevole Manuela Gagliardi della componente 10 Volte Meglio del Gruppo Misto ha ricordato come «oggi si sottovaluti che la pena deve consistere solo nella privazione della libertà e non in altre lesioni di diritto». La senatrice pentastellata Cinzia Leone, che ha visitato le carceri siciliane si è detta fiduciosa che il «ministro Bonafede possa accogliere in maniera adeguata le esigenze espresse dai detenuti e dagli agenti».
Se il governo accoglierà e si adopererà per fronteggiare la drammatica situazione è difficile da ipotizzare ma un punto fermo lo fornisce Rita Bernardini, del Consiglio generale del Partito Radicale, che richiama puntualmente il regolamento parlamentare in merito alle interrogazioni a risposta scritta: «Secondo l’articolo 134 di quello della Camera il governo deve dare la risposta all’interrogazione entro venti giorni dalla sua presentazione. Se il governo non fa pervenire la risposta nel termine previsto, il Presidente della Camera, a richiesta dell'interrogante, pone senz'altro l'interrogazione all'ordine del giorno della seduta successiva della Commissione competente. Stessa tempistica in Senato dove però, se non viene rispettato il termine dei 20 giorni, il Presidente di Palazzo Madama dispone che l’interrogazione venga iscritta, per la risposta orale, all’ordine del giorno della prima seduta dell’Assemblea destinata allo svolgimento delle interrogazioni, o della prima seduta della Commissione competente per materia». Dunque gli strumenti ci sono, basta farli rispettare, come la legalità nelle carceri.