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Antonio Pappalardo
Il generale Antonio Pappalardo è un personaggio eclettico e fuori dagli schemi. I carabinieri con qualche anno di servizio ricordano bene quando, nel 2000, da presidente del Cocer, il Consiglio centrale di rappresentanza, una sorta di sindacato militare senza però i poteri del sindacato civile, si scontrò duramente, rimettendoci l’incarico, con l’allora premier Massimo D’Alema rivendicando per l’Arma un ruolo attivo nella «fondazione di un nuovo tipo di Stato e di una nuova Europa, che i partiti politici così come sono strutturati, e comunque lontani dai problemi dei cittadini, non riescono più a garantire».
Oltre la Benemerita è stata, infatti, la politica la grande passione di Pappalardo. Eletto alla Camera con il Psdi nel 1992, attualmente è presidente del Supu, il sindacato unitario personale in uniforme, il cui scopo è il «perseguimento di fini improntati al concetto più ampio di giustizia e solidarietà sociale, di tutela dei diritti civili, contro qualsivoglia sopruso, da chiunque perpetrato». Con i vertici di viale Romania i rapporti sono sempre stati “effervescenti”. Fra i primi atti da parlamentare, una interrogazione al ministro della Difesa per conoscere come mai il tenente colonnello Antonio Ragusa, allora comandante del gruppo carabinieri Roma, era stato promosso al grado superiore senza averne titolo.
Pappalardo è di nuovo balzato agli onori delle cronache la scorsa settimana quando, insieme al leader dei Forconi, il “movimento rivoluzionario” guidato dall’agricoltore pontino Danilo Calvani, ha cercato di arrestare l’ex onorevole Osvaldo Napoli in piazza Montecitorio.
Generale, ci spiega cosa sono questi Forconi? È un movimento di popolo sorto sul territorio. I partiti tradizionali hanno fallito. E anche i cinquestelle, in cui molti avevano riposto fiducia, si sono dimostrati degli arroganti e degli sprovveduti. Noi cerchiamo di aggregare chi non si riconosce in nessuno di questi soggetti.
E cosa volere fare? Una vera riforma dello Stato. Ma non con le persone, incompetenti, che stanno selezionando i grillini. Noi cerchiamo gente che conosca effettivamente i meccanismi della pubblica amministrazione.
Nel frattempo arrestate gli ex parlamentari? Sulla vicenda di Osvaldo Na- poli si è fatta confusione. Noi siamo contro l’attuale Parlamento. Composto da abusivi che devono andare via quanto prima. Se non vogliono essere arrestati.
Si spieghi. Questo Parlamento è stato eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale. I suoi componenti sono in flagranza di reato di usurpazione di pubblici poteri. È un’associazione a delinquere. I cittadini, davanti a questa situazione di illegalità, hanno il diritto di intervenire. Lo dice il codice di procedura penale. Si tratta dell’arresto effettuato dal privato in caso di delitti contro la personalità dello Stato. Il cittadino effettua l’arresto e, poi, consegna il fermato alle forze di polizia.
Va bene: ma non sarebbe meglio che intervenisse la magistratura? Certo! Infatti, dopo l’episodio della scorsa settimana siamo andati dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone per rappresentargli questa situazione di illegalità del Parlamento.
E cosa vi ha detto il procuratore della Repubblica Pignatone? Che valuterà attentamente la mia denuncia. È molto rammaricato per quanto accaduto. Lo Stato ha il dovere di intervenire.
Con la polizia com’è finita? Tutto bene. Non ci hanno fatto nulla. La nostra azione era legittima. La polizia e i carabinieri, va detto, sono in un momento di grande difficoltà. C’è una forte debolezza istituzionale.
Capirà che non è arrestando i parlamentari che si risolvono i problemi. Infatti, il presidente della Repubblica deve sciogliere quanto prima le Camere. E indire le elezioni in modo che venga ripristinata la legalità. È lui che ha una grande responsabilità.
I Forconi si presenteranno alle prossime elezioni politiche? Ci stiamo strutturando sul territorio. C’è un comitato di saggi, di cui faccio parte, che sta valutando le mosse future. Io, comunque, non mi candiderò.
Chi inserirete nelle liste? Faccio un appello alla società civile, al Consiglio superiore della magistratura, ai vertici delle Forze di Polizia: segnalateci persone capaci che vogliano darci una mano per cambiare il Paese.