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Un avvocato “garante” della pace criminale ad Ostia ( Rm) tra gli Spada, storica famiglia criminale del litorale laziale. ed il clan di Marco Esposito, detto “Barboncino”.
E’ questa la tesi accusatoria della Procura di Roma che ieri ha arrestato l’avvocato Lucia Gargano.
«L’ideale anello di congiunzione tra i due gruppi - si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Corrado Cappiello : da un lato, infatti, conosceva bene gli Spada e ne rappresentava gli interessi, dall’altro era legatissima a Fabrizio Piscitelli Fabrizio, detto Diabolik, del quale era anche il legale di fiducia, e il Piscitelli era il soggetto che in quel momento storico stava rappresentando gli interessi del gruppo opposto agli Spada».
In ballo, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato il controllo dello spaccio di stupefacenti nella Capitale e il riciclaggio dei proventi illeciti in attività commerciali come bar, ristoranti, sale giochi. Senza trascurare l’usura e le estorsioni. Le indagini sono state condotte dai pm della Dda di Roma Ilaria Calò, da questa settimana nominata dal Csm nuovo procuratore aggiunto, e dai sostituti Mario Palazzi e Giovanni Musarò.
«Si ritiene evidente che nel dicembre del 2017 Salvatore Casamonica, Lucia Gargano e Fabrizio Piscitelli con la loro condotta diedero un consapevole e rilevante apporto per la conservazione e per il consolidamento delle capacità operative del clan mafioso degli Spada» , prosegue l’ordinanza che ha disposto anche una nuova custodia cautelare per Salvatore Casamonica, già detenuto al regime del 41 bis. Per Gargano l’accusa è quella di concorso in associazione a delinquere di stampo mafioso insieme a Salvatore Casamonica.
Una guerra tra gruppi criminali a Ostia non sarebbe convenuta a nessuno e per questo scesero in campo Fabrizio Piscitelli e Salvatore Casamonica consapevoli della “necessità di pacificare la situazione”. «Piscitelli - secondo gli inquirenti - si rivolgeva all’avvocato Gargano in modo confidenziale». Sono molte le telefonate intercettate fra i due, riportate nell’ordinanza.
L’accordo veniva rispettato anche dopo che il 25 gennaio 2018, quando il clan Spada aveva subito un nuovo e durissimo colpo a causa dell’arresto dei capi e di numerosi sodali nell’operazione “Eclissi”.
Piscitelli venne poi succiso lo scorso sette agosto con alcuni colpi di pistola a Roma al parco degli aquedotti. Storico capo ultras della Lazio, i suoi funerari si tennero a porte chiuse per ordine del prefetto.