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«Penso che abbiamo a portata di mano la possibilità di approvare la riforma del processo penale che da quasi tre anni viaggia da un ramo all’altro del Parlamento. C’è poi la possibilità di portare a compimento la riforma della giustizia civile». Dopo lo stop “imposto” da Renzi in periodo prereferendario, il ministro della giustizia Orlando rilancia la riforma della giustizia. Una frenata che allora fu dovuta da un duplice timore. «Penso che abbiamo a portata di mano la possibilità di approvare la riforma del processo penale che da quasi tre anni viaggia da un ramo all’altro del Parlamento. C’è poi la possibilità di portare a compimento la riforma della giustizia civile». Dopo lo stop “imposto” da Renzi in periodo prereferendario, il ministro della giustizia Orlando rilancia la riforma della giustizia.
Una frenata che allora fu dovuta da un duplice timore. Da un lato Renzi era spaventato dalle possibili defezioni a Palazzo Madama di Ncd e verdiniani; dall’altro dal possibile attacco dei cinquestelle su due punti chiave del ddl, intercettazioni e prescrizione. Era chiaro a tutti, infatti, che i grillini avrebbero sparato in modo istantaneo contro un provvedimento che allunga sì i tempi del processo, ma che dal loro punto di vista sarebbe sempre troppo «generoso con i corrotti». Il tutto in piena campagna referendaria, quella sulla quale l’allora premier si giocava tutto.
Ma questa è acqua passata e se a palazzo Chigi, ora, c’è un nuovo inquilino a via Arenula c’è sempre Orlando, il quale ha tutta l’intenzione di portare a casa la riforma.
Il ministro ha infatti sottolineato che «il referendum ha dato un segnale che in qualche modo interrompe il senso della legislatura» e quindi occorre «cercare di completare più che di aprire nuovi versanti». Nell’ambito della giustizia ci sono «alcune questioni che sono rimaste aperte e che hanno trovato un orientamento comune. Si tratta di chiuderle per completare un percorso avviato tre anni fa», ha aggiunto Orlando.
Poi il ministro ha rivendicato il lavoro fatto fin qui. Sia sulla giustizia che sul carcere: «In entrambi i campi siamo già intervenuti con qualche risultato e qualche miglioramento che verrà reso noto con le statistiche che consegneremo con l’apertura del nuovo anno giudiziario» . Ma il ministro è intervenuto anche sugli altri temi in agenda in questi mesi. A cominciare, naturalmente, dalla legge elettorale: «Il Pd resterà compatto, lo posso dire con cognizione di causa perche sono tra i pochi che si è espresso contro l’ipotesi della reintroduzione del Mattarellum». Ma dal momento in cui «il partito sta seguendo il principio di maggioranza, io mi rimetterò alla valutazione della maggioranza del partito e dei gruppi «. Però ha osservato il ministro - «bisogna vedere se diventerà la proposta del Paese perché la legge elettorale va fatta con il confronto con le altre forze politiche e con le principali opposizioni» e al momento sono state espresse «delle riserve» sul Mattarellum. «Credo che sarà utile nelle prossime settimane avere un confronto alla luce del sole dove ciascuno sia assuma le responsabilità anche in un confronto politico trasparente in vista di una rapida approvazione della legge elettorale», ha concluso Orlando.