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La ( non) prescrizione e la ragionevole durata del processo». È questo il tema scelto per l’incontro odierno organizzato da Camera penale e Ordine forense di Milano e dall’Organismo congressuale forense, a cui parteciperanno avvocati, magistrati e docenti universitari. L’evento è tra le iniziative che l’Ucpi ha invitato le Camere penali territoriali a mettere in campo nella settimana di astensione delle udienze, che si concluderà domani e che è stata indetta dagli stessi penalisti per protestare contro lo stop della prescrizione.
Il teatro milanese Franco Parenti, luogo scelto per l’incontro, è ormai “sold out” da diversi giorni, fanno sapere gli organizzatori. «Tutti gli operatori del diritto - aggiungono - sono preoccupati per questa riforma». «Bloccare la prescrizione dopo la sentenza di primo grado - afferma Mauro Gallina, giudice del Tribunale di Milano e presidente dell’Anm del distretto, uno dei relatori - aumenterà ancora di più i tempi della giustizia, determinando una lesione dei diritti dell’imputato.
La priorità è una riforma complessiva del processo, promessa da tutti i governi almeno negli ultimi venti anni, che abbia al centro una riflessione seria della sostenibilità del principio dell’obbligatorietà dell’azione penale», prosegue Gallina. «Bisogna essere consapevoli del fatto - aggiunge il magistrato milanese - che il nostro sistema non è in grado di sopportare ogni anno più di un certo numero di dibattimenti dove, peraltro, le sentenze di assoluzione sono circa la metà».
Gallina ha elencato i numeri, elevati, della sua sezione, composta da 6 giudici e che si occupa di reati contro la Pa: «Sono circa 600 i procedimenti monocratici e oltre 50 quelli collegiali. Però sono sufficienti due processi, come il Ruby ter o quello sulle tangenti Eni in Nigeria al momento in corso, per bloccare un collegio un paio di anni».
L’avvocato Andrea Soliani, presidente della Camera penale, ricorda a sua volta che «solo il 4% dei rinvii dei processi milanesi dipende da istanze degli avvocati». Sarà l’avvocato Vinicio Nardo, presidente del Coa del capoluogo lombardo, a concludere l’incontro insieme con il presidente nazionale dell’Anm Luca Poniz, con una scelta che conferma la convergenza, sul tema, fra avvocati e magistrati.