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Giuseppe Pignatone torna sul voto degli avvocati nei Consigli giudiziari
La tanto attesa svolta in tema di nomine non pare, dunque, esserci stata. Bisognerà attendere ancora a lungo per conoscere il nome del nuovo procuratore della Capitale. Ieri si è svolto l’ultimo Plenum del Consiglio superiore della magistratura prima della pausa estiva. E nell’ordine del giorno non c’era la discussione sul successore di Giuseppe Pignatone, andato in pensione lo scorso 8 maggio.
Il monito di Mattarella Eppure poco più di un mese fa, il 21 giugno, durante un Plenum straordinario all’indomani dello scandalo che aveva travolto Palazzo dei Marescialli, il capo dello Stato aveva ricordato, a proposito di nomine, che si doveva voltare pagina, soprattutto per quanto riguardava il “rispetto delle scadenze” con “regole puntuali e trasparenti”.
Evidentemente, cessato il clamore mediatico sull’indagine a carico dell’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, si è ritornati alle consuete dinamiche. Nel frattempo, però, anche la Procura generale della Cassazione è rimasta in questi giorni senza un capo dopo il precipitoso pensionamento di Riccardo Fuzio.
Nessun successore per Fuzio All’inizio il pg, anch’egli coinvolto nello scandalo sulle nomine rivelato dalle intercettazioni telefoniche a carico di Palamara, aveva indicato come ultimo giorno di servizio il prossimo 20 novembre. Salvo essere poi costretto ad anticipare l’uscita di scena dopo aver appreso di essere stato indagato per rivelazione del segreto per aver rivelato all’ex presidente dell’Anm informazioni sull’indagine a suo carico.
A questo punto la pratica sul successore di Fuzio, secondo logica, dovrebbe avere la precedenza su quella per il procuratore di Roma: il pg della Cassazione, oltre ad essere componente di diritto del Csm, è infatti il titolare dell’azione disciplinare per i magistrati.
Per Roma, l’ufficio giudiziario più importante del Paese, la Commissione per gli incarichi direttivi, aveva votato il 23 maggio scorso il pg di Firenze, Marcello Viola. Per lui 4 voti a favore. Un voto ciascuno, invece, per il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, e per quello di Palermo, Francesco Lo Voi. Lo Voi e Viola sono entrambi di Magistratura indipendente, la corrente moderata delle toghe, mentre Creazzo è di Unità per la Costituzione, il gruppo di centro.
I candidati per il dopo Pignatone erano in tutto 13 Per Viola avevano votato Antonio Lepre ( Mi), Piercamillo Davigo ( Autonomia& Indipendenza), Emanuele Basile ( laico della Lega) e Fulvio Gigliotti ( M5s); in favore di Creazzo, il togato di Unicost Gianluigi Morlini, allora presidente della Commissione per gli incarichi direttivi; per Lo Voi il togato di Area Mario Suriano. Era stata respinta la proposta avanzata preliminarmente di effettuare audizioni dei candidati, chiesta da Suriano e appoggiata anche da Gigliotti e Morlini, con i voti contrari di Basile, Davigo e Lepre.
La discussione finale in Plenum era prevista per la prima settimana di giugno. Sennonché, il 29 maggio, un articolo sul quotidiano La Repubblica dal titolo “Corruzione al Csm, il mercato delle toghe”, aveva messo in moto un ' circo mediatico' senza precedenti che, oltre ad aver stoppato la corsa di Viola, ha portato la considerazione degli italiani per la magistratura ai minimi storici. Lo stillicidio di intercettazioni telefonici ha poi fatto il resto.
Nell’ordine, ha costretto alle dimissioni 4 consiglieri del Csm e all’autosospensione di uno; alla sfiducia del presidente dell’Anm, Pasquale Grasso di Magistratura indipendente, e all’espulsione di questa corrente dalla giunta dell’Anm; al ribaltamento della maggioranza a Palazzo dei Marescialli, dove i gruppi di Magistratura indipendente ed Unicost sono stati sostituiti dal cartello progressista Area e da A& I.
Ma oltre a Roma e alla Procura generale della Cassazione sono tanti gli uffici senza un capo. Torino è vacante addirittura dallo scorso mese di dicembre. Per sapere cosa succederà bisognerà attendere i prossimi mesi. Almeno fino ad ottobre, quando si terranno le elezioni suppletive per eleggere due dei consiglieri dimissionari.