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Cosa è successo, senatore?
Parto da un dato di base: da Forza italia, e dal sottoscritto in particolare in quanto rappresentante per i rapporti con le professioni, si è sempre sostenuto che la norma sull’equo compenso è inevitabile, visto che i danni prodotti dalla legge Bersani sono evidenti a tutti. Da quel momento è iniziata una discesa che ha condotto alle situazioni drammatiche ben note, drammatiche non solo per gli avvocati ma per tutti i professionisti. Detto questo, è evidente che siamo di fronte a un comportamento strano, da parte del Pd. Come se la mano destra non sapesse cosa fa la mano sinistra.
Forza Italia cosa farà, su questo?
Lo abbiamo detto con la dichiarazione che ho diffuso martedì scorso subito dopo la seduta in commissione Bilancio: è improcrastinabile che questa situazione ven- ga affrontata e gestita in maniera seria. Se si prende un impegno lo si mantiene. Ora bisogna capire che cosa il Pd vuole fare. Se entro novembre porta in aula, a Montecitorio, il ddl ordinario sull’equo compenso nelle prestazioni legali, che la commissione Giustizia ha già finito di esaminare.
Voi lo chiederete?
Faremo tutto il possibile. Alle professioni bisogna dare risposte. E non si tratta di opportunismo politico: è una parte del sistema Paese che merita ben diversa considerazione. È il Pd che ha la maggioranza e, dunque, l’ultima parola sui provvedimenti. Noi faremo la nostra battaglia a testa alta. Qualora il Pd non fosse favorevole ad approvare questo provvedimento, se ne assumerà tutta la responsabilità.
Vi batterete anche per riportare l’equo compenso nella legge di bilancio alla Camera?
Servirà un emendamento, perché mi pare evidente che la Manovra sia destinata a uscire da Palazzo Madama con lo stralcio dell’equo compenso formalizzato martedì scorso dal presidente Grasso. Io faccio parte della commissione Bilancio del Senato, ma posso dire che Forza Italia farà tutto quanto sarà possibile. Certo, continuo a chiedermi come possa verificarsi che un ministro della Giustizia proponga una misura e che la commissione Bilancio presieduta da un esponente del suo stesso partito espunga quella norma.
Ha l’impressione che, seppur non dichiarato, abbia prevalso a Palazzo Madama il timore di abbattere dopo tanti anni il tabù della preminenza di banche, assicurazioni e grandi soggetti economici?
Ogni risposta è possibile: certo immagino che gli avvocati facciano fatica a comprendere un simile comportamento.
Se la Camera farà presto, Forza Italia si batterà perché il ddl ordinario sull’equo compenso venga subito approvato anche in Senato, magari dalla commissione Giustizia in sede deliberante?
Molto dipenderà dal tempo che resterà al termine della sessione di bilancio, ci dovrebbero essere almeno quindici giorni di margine. È chiaro che dipende anche dall’incastro tra l’iter dell’equo compenso alla Camera e quello della Manovra. In linea di massima la legge di bilancio dovrebbe uscire da Palazzo Madama a fine mese. Visto che dovrebbe tornare qui per un ulteriore passaggio, tutto dipende da quei quindici giorni di tempo che dovrebbero esserci fra le due letture. Ripeto, in ogni caso, che noi siamo all’opposizione, i numeri non sono certo dalla nostra parte, possiamo proporre ogni cosa ma poi è il Pd che decide.
Nel programma di Forza Italia per le Politiche che posto avranno le professioni?
Che si tratti di un comparto al quale vada riconosciuta una priorità non ci sono dubbi. Dal punto di vista di Forza Italia, le professioni sono state sempre una priorità fin dall’inizio di questa legislatura.