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Forza Italia raddoppia la trappola. Ieri, nella commissione Giustizia di Montecitorio, è scaduto il termine per presentare emendamenti alla legge Costa, il testo che sopprimerebbe la prescrizione di Bonafede. Ebbene, dagli azzurri arrivano due perfide tentazioni per il Pd. Una in realtà porta la firma di Maurizio Lupi, ex ministro di FI ora in forze a Noi con l’Italia: recepisce pari pari la proposta di legge depositata a fine dicembre dai dem, che rimpiazza la norma del guardasigilli con un restylig della riforma Orlando.
I deputati di Zingaretti si troveranno nella surreale condizione di dover votare contro il loro stesso testo, a meno di volersi esporre al ludibrio dei M5S in quanto colpevoli di «essere andati a braccetto del Cavaliere sulla prescrizione».
Ma non è finita qui, appunto, perché fra i 4 emendamenti formalizzati ieri ce n’è uno di un forzista purosangue, Pierantonio Zanettin, che sostituisce la soppressione della norma Bonafede con il suo “congelamento” per un anno. E qui si tratta della prima, originaria idea dei democratici, che avevano chiesto al guardasigilli di sospendere l’entrata in vigore della riforma. Dovranno contraddirsi due volte.
C’è una modifica proposta da un altro azzurro, Sisto, che fa delle prescrizioni intervenute nel corso delle indagini un possibile illecito disciplinare del pm. E poi ce n’è una dei 5S, che sopprime la legge Costa e le impedirebbe così di approdare in Aula anche come testo di minoranza. Difficile però che il Pd elimini dal tavolo una così preziosa arma di pressione.
Tanto più se oggi Conte e Bonafede lasciassero gli alleati a mani vuote. «Allora faremmo altre valutazioni», anticipano i dem. Potrebbero anche cambiare linea sul testo di FI, per il quale, come chiarito dalla presidente della commissione Giustizia-Businarolo l’esame degli emendamenti partirà martedì, con mandato al relatore da votare due giorni dopo. E. N.