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Csm
Una missione senza più “doppi” fini che punta a privilegiare lo spirito di servizio. Con la modifica del Consiglio superiore della magistratura voluta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, fare il consigliere a Palazzo dei Marescialli cesserà di essere quello che sembrava ormai degenerato in un “trampolino di lancio” verso incarichi di vertice negli uffici giudiziari del Paese.
Il testo Nel testo di riforma che verrà presentato oggi alle 15 in Consiglio dei ministri, è previsto infatti il divieto per i consiglieri togati uscenti di presentare domanda per un incarico di qualsiasi tipo, direttivo o semidirettivo, nei quattro anni successivi alla fine del mandato.
Attualmente non esistono vincoli. E infatti, per restare alla consiliatura uscente, sono molti i togati che hanno fatto domanda per essere nominati procuratori o presidenti di Tribunale. Queste solo alcune delle domande: Antonello Ardituro ( Area) aggiunto a Roma, Piergiorgio Morosini ( Area) presidente della Sezione gip a Palermo, Fabio Napoleone ( Area) procuratore a Brescia, Massimo Forciniti ( Unicost) e Lucio Aschettino ( Area) presidente del Tribunale di Salerno.
Il caso Palamara Nell'elenco era presente fino a qualche giorno fa anche Luca Palamara ( Unicost). L'attivismo dell'ex presidente dell'Anm, travolto dall’indagine sulle nomine al Csm, è stato fra le cause di questo giro di vite da parte del guardasigilli.
Il paletto temporale dei quattro anni, nelle intenzioni del ministro, servirà ad impedire che il consigliere entrante possa manifestare un debito di riconoscenza nei confronti dell'uscente. Capita spesso, infatti, che quest'ultimo si spenda nell'ultimo periodo per segnalare ai colleghi chi votare al rinnovo del Consiglio.
Vincoli stringenti Una norma severa, dunque, che toglierà in radice la possibilità di puntare a impropri “premi alla carriera” una volta finito il periodo a piazza Indipendenza. Il periodo di naftalina di 4 anni corrisponde perfettamente alla durata della consiliatura e sottrarrebbe del tutto il togato alla tentazione di favorire, per “riconoscenza”, la promozione del proprio predecessore- mentore.
A ciò va poi aggiunto il drastico ridimensionamento dei compensi. Un taglio importante che escluderà, per i consiglieri eletti da un ufficio giudiziario della Capitale, l'accesso a qualsiasi tipo di diaria.