PHOTO
«Non sgomberiamo la Costituzione: no all’ordine pubblico in luogo di politiche sociali», sono queste le parole d’ordine con cui le toghe di sinistra chiedono al governo ed ai loro colleghi un «necessario cambio di rotta». Per quanto attiene i magistrati, in tema di occupazioni abusive, è importante infatti che tengano conto nelle loro decisioni della «prevalenza dei diritti sociali e umani su quelli di proprietà».
Un “invito” ex post, quindi, anche al pm romano Eugenio Albamonte, attuale presidente dell’Associazione nazionale magistrati ed esponente di punta di Area, il cartello delle toghe progressiste di cui Md fa parte, che nel 2015 aveva chiesto ed ottenuto dal gip del Tribunale di Roma il decreto di sequestro preventivo, con conseguente sgombero, dell’edificio, ai sensi dell’art. 321 codice procedura penale, in relazione proprio al reato di occupazione abusiva.
L’invito, va detto, non è stato particolarmente apprezzato da tutti i colleghi. Numerosi sono i commenti, fra il critico e l’ironico, che in queste ore occupano la riflessione delle toghe.
C’è chi si domanda, dopo aver ricordato che l’occupazione di edifici è tutt’ora un reato, cosa farebbero i colleghi di Md «se, tornando dalle loro vacanze, trovassero la loro bella casa occupata da un migrante con bombola del gas a portata di mano: ne chiederebbero alla forza pubblica lo sgombero o invocherebbero, a tutela dell’occupante, la Costituzione più bella del mondo?».
Altri evocano il Muro di Berlino, chiedendo ai colleghi di Md se sanno che è caduto e che viviamo in un ordinamento che ha delle regole che tutelano anche il “famigerato” proprietario. «O forse dovremmo rispondere - dicono ancora - a chi giustamente pretende che il proprio immobile ( magari comprato con anni di sacrifici o col tfr) sia rilasciato che la Costituzione secondo Md prevede l’esproprio proletario e che il giudice aderisce ai comunicati di Md?».
Forte è l’apprezzamento per le Forze dell’ordine che ogni giorno si sacrificano per difendere la legalità. Si critica che lo sforzo sia diretto a trovare ogni giustificazione a chi lancia bombole del gas mentre per il servitore dello Stato che si lascia andare a uno sfogo verbale si debba invocare la condanna a prescindere.
Il tema dell’immigrazione rischia dunque di aprire un nuovo fronte di discussione all’interno della magistratura. Il nuovo corso di Md, tutto incentrato sulla tutela dei diritti individuali non sembra però al momento riscuotere particolare successo fra le toghe. A parte la “destra giudiziaria”, da sempre assai critica su questi temi, il silenzio del Coordinamento nazionale di Area su questo comunicato è molto significativo. Segno che la base della magistratura progressista considera - in fondo - l’approccio di Md sulla tutela dei diritti troppo ideologizzato e, soprattutto, fuori tempo.