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Una seduta del Plenum del Csm
Non solo aumentare le Residenze per l’Esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), ma rafforzare i servizi territoriali di assistenza mentale e puntare su una riforma complessiva per garantire percorsi alternativi per i detenuti con problemi di salute mentale. Mercoledì scorso, il Consiglio superiore della magistratura (Csm) ha approvato all’unanimità il documento finale sulle Rems. Il testo è stato elaborato dalla Commissione Mista per lo studio dei problemi della magistratura di sorveglianza e dell’esecuzione penale, organo tecnico della Nona Commissione del Csm.
La delibera approvata sottolinea che le Rems, nate a seguito della sacrosanta abolizione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, continuano a essere al centro di numerosi problemi irrisolti nel sistema penale italiano. Attualmente, circa 700 persone sono in attesa di essere assegnate a una di queste strutture, con 45 di loro ancora detenute negli istituti penitenziari. Un dato allarmante che evidenzia un fabbisogno nettamente superiore alla disponibilità attuale: sebbene gli esperti stimino la necessità di almeno 1.400 posti, quelli effettivamente accessibili restano insufficienti. Oltre alla carenza strutturale, il coordinamento tra il ministero della Giustizia e il sistema sanitario regionale, responsabile della gestione operativa delle Rems, si rivela spesso inefficace. Questa mancanza di sinergia aggrava ulteriormente la situazione, rendendo difficile una pianificazione adeguata e il tempestivo inserimento degli individui nelle strutture appropriate.
ECCO COME SUPERARE LE CRITICITÀ
Un’altra questione cruciale riguarda l’utilizzo delle Rems per soggetti affetti da disturbi della personalità non curabili o che, in molti casi, potrebbero trarre maggior beneficio da misure alternative sul territorio. La Commissione Mista, istituita dal Csm, ha evidenziato come sia necessario non solo aumentare i posti disponibili, ma anche ripensare l’intero sistema, investendo nel rafforzamento delle reti di assistenza psichiatrica territoriale e prevedendo strutture dedicate ad alta sicurezza per gestire i casi più complessi. Le proposte della Commissione puntano a una riforma strutturale.
Tra le principali iniziative vi è l’aumento della capienza delle Rems e la creazione di nuove strutture in regioni attualmente sprovviste, come Calabria e Umbria. Si propone inoltre l’istituzione di un albo di esperti psichiatrici per fornire consulenze specializzate volte ad evitare il cosiddetto “abuso delle Rems” e l’attivazione di un osservatorio centrale per monitorare dati e decisioni. Parallelamente, si punta al potenziamento dei Dipartimenti di Salute Mentale, così da garantire percorsi alternativi per i pazienti, e alla creazione di tre centri ad alta sicurezza, distribuiti tra Nord, Centro e Sud Italia, per i soggetti più pericolosi. Infine, viene ribadita la necessità di un maggiore coinvolgimento del ministero della Giustizia nella gestione delle Rems, in linea con quanto stabilito dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 22/ 2022.
GLI INTERVENTI DEI CONSIGLIERI
Durante la seduta, tutti i membri del Consiglio hanno rivolto un ringraziamento speciale al consigliere Andrea Mirenda (membro togato indipendente), unico giudice di sorveglianza presente nel Csm, per il contributo determinante dato alla relazione approvata. Mirenda, che ha presieduto la Commissione Mista, è stato riconosciuto come figura chiave per l’ottima riuscita di questo lavoro.
A relazionare il documento è stato il consigliere Tullio Morello, appartenente alla corrente Area, che ha sottolineato come la Commissione abbia lavorato in modo approfondito e collaborativo, grazie anche al prezioso contributo di magistrati che, senza esoneri e con grande impegno, hanno partecipato alle attività della Commissione affrontando notevoli sacrifici personali e professionali. Ha evidenziato che spesso l’attività del Csm sotto i riflettori mediatici si limita al tema delle nomine, mentre lavori come questo rappresentano un esempio concreto della rilevanza e delicatezza del ruolo del Consiglio.
La commissione ha proceduto ad audizioni che hanno coinvolto i vertici del ministero della Salute, del Ministero della Giustizia e delle Regioni, le cui competenze frammentate rappresentano uno dei principali ostacoli alla gestione efficace delle Rems. Questi incontri hanno permesso di identificare criticità e avanzare proposte che sono state recepite nella delibera.
Tra le principali problematiche emerse, ha sottolineato che l’istituzione delle Rems, avvenuta con una disponibilità di 600 posti letto a fronte dei 1.200 pazienti che erano accolti negli ospedali psichiatrici giudiziari, ha creato un grave deficit strutturale. Attualmente, centinaia di misure di sicurezza rimangono ineseguite per anni e, ogni anno, circa 40 persone particolarmente pericolose vengono ristrette in carcere, una collocazione inadeguata alle loro condizioni. Il consigliere ha poi richiamato l’attenzione sul dramma umano che si cela dietro questi numeri: internati, famiglie e comunità che si trovano a sopperire alle carenze del sistema, spesso affrontando situazioni di estrema difficoltà. Morello ha ribadito che una gestione appropriata di queste persone non solo rappresenterebbe un atto di giustizia sociale, ma gioverebbe anche alla sicurezza collettiva.
Infine, ha espresso l’orgoglio del Consiglio per il lavoro svolto, che ha acceso un faro su una realtà trascurata e avanzato proposte concrete per affrontare il problema. Ha ricordato che il Csm continuerà a sensibilizzare l’opinione pubblica su questa importante questione, anche attraverso il convegno in programma, che approfondirà ulteriormente i risultati e le prospettive del lavoro svolto.
LA COLLABORAZIONE CON L’AVVOCATURA
Diversi sono stati gli interventi, come quelli della consigliera Bernadette Nicotra, appartenente alla corrente di Magistratura Indipendente. Nel suo intervento, la consigliera ha ripreso il discorso del collega Morello, sottolineando l’attualità e la rilevanza del problema legato alle Rems. Nicotra ha lodato il lavoro svolto dalla Commissione Mista, descrivendolo come pregevole e di altissimo livello, e ha evidenziato l’importanza di proseguire su questa strada. La consigliera ha ricordato come la Corte costituzionale, con la sentenza n. 22/ 2022, abbia evidenziato le gravi lacune della normativa sulle Rems, paragonando la situazione a una partita giunta ai tempi supplementari. Ha sottolineato che è indispensabile completare il percorso di riforma avviato con l’abolizione degli Ospedali psichiatrici giudiziari ( Opg) e che il legislatore deve impegnarsi a portare a termine questo sforzo.
In questo contesto, il ruolo della Commissione Mista di sorveglianza è fondamentale per sollecitare un intervento concreto. Nicotra ha messo in luce la carenza strutturale che affligge il sistema delle Rems, una situazione che lascia numerosi detenuti con gravi patologie mentali in carcere. La consigliera ha ricordato che, da Gip, ha dovuto fare i conti con questa dura realtà, ponendosi il problema di non lasciare in carcere detenuti incompatibili per la loro malattia mentale.
L’obiettivo, prefissato da tutti i consiglieri, è quello di avviare un dialogo costruttivo per superare le criticità attuali e garantire che le Rems possano rispondere pienamente alle esigenze della società. Questo, come ha sottolineato il consigliere Marcello Basilico di Area durante il suo intervento, può essere visto come un impulso a lavorare insieme con l’avvocatura, che troppo spesso li divide su temi come la separazione delle carriere. Tuttavia, un tema come quello della salvaguardia dei diritti umani può rappresentare un punto di unione.