Un confronto acceso, cifre discordanti e accuse di inefficacia hanno segnato ieri l’audizione del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove in Commissione Giustizia alla Camera, chiamato a rispondere alle interrogazioni dell’esponente di Italia Viva Roberto Giachetti sulle criticità del sistema carcerario, in particolare sul dramma dei suicidi e sul sovraffollamento. Dopo mesi di attesa, le risposte del governo non hanno placato le critiche, culminate in una dura replica del deputato, che ha definito «fallimentari» le politiche adottate.

Delmastro ha aperto il suo intervento snocciolando dati ufficiali: 66 suicidi nel 2023, 82 nel 2024 e 16 nei primi mesi del 2025, a cui si aggiungono 122 decessi per cause naturali nel 2023, 126 nel 2024 e 33 nell’anno in corso. Per quanto riguarda i decessi per cause ancora in corso di accertamento, se ne contano 23 nel 2023, 19 nel 2024 e 13 nel 2025. Ha inoltre sottolineato che «questa tipologia di decessi non è ancora classificata, in quanto sono ancora in corso i dovuti accertamenti da parte dell'autorità giudiziaria». Ha ribadito: «Le discrepanze segnalate dall’onorevole interrogante - ha spiegato - sono riconducibili a eventi ancora in corso di accertamento, classificati prematuramente come suicidi».

Sul sovraffollamento, il sottosegretario ha escluso una correlazione con l’aumento dei suicidi, citando tassi di incidenza inferiori negli anni con più detenuti (0,09% nel 2010- 2012) rispetto al 2022 (0,15%), «che supera anche quella del 2024 laddove, a fronte di 61.862 presenze, vi è stata un’incidenza di eventi suicidari dello 0,13%». Ha quindi elencato le iniziative del governo: dal gruppo di lavoro con psicologi e tecnici per il disagio psichico alla collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) per l’introduzione di tecnologie di prevenzione, fino agli stanziamenti per l’edilizia carceraria (440 milioni per 134 istituti) e ai 7.000 nuovi posti detentivi previsti. «Questo governo ha istituito per la prima volta la carriera dei medici della Polizia Penitenziaria, una misura di cui vado orgoglioso», ha aggiunto, riconoscendo però «problemi strutturali» ereditati dal passato.

Pur ammettendo che il sistema penitenziario non può più replicare il modello di decenni fa, ha suggerito che «forse dovremmo fare tutti una riflessione» sul concetto di sanità penitenziaria.

Delmastro ha confermato che il tasso di sovraffollamento è attestato al 132,56% a livello nazionale, precisando però che la criticità non riguarda i detenuti del sottocircuito Alta Sicurezza 1 e del circuito dei collaboratori di giustizia, dove i parametri minimi della Corte Europea sono rispettati. Anche nei sottocircuiti Alta Sicurezza 2 e 3, ha sottolineato, non si registrano allocazioni in violazione degli standard.

Il monitoraggio delle presenze, gestito tramite applicativi dedicati della Direzione Generale dei Detenuti, attiva provvedimenti deflattivi quando un istituto raggiunge la capienza massima, con l’obiettivo di ridistribuire i detenuti del circuito Alta Sicurezza tra le strutture nazionali. Per la Media Sicurezza, invece, le richieste di trasferimento (o «sfollamenti extradistretto») vengono valutate per ottimizzare la distribuzione geografica, tenendo conto anche dei legami familiari dei detenuti.

Sul fronte finanziario, Delmastro ha evidenziato l’incremento di 261 milioni di euro per il triennio 2025-2027, con fondi specifici per l’Amministrazione Penitenziaria: 60,6 milioni nel 2025, 146,6 milioni nel 2026 e 127,8 milioni nel 2027. Ha spiegato che le risorse, inserite nella Legge 207/ 2024, serviranno a potenziare l’edilizia carceraria e a contrastare il sovraffollamento, confermando l’impegno del governo in «interventi di ampio respiro».

L’intervento di Roberto Giachetti si è distinto per intensità e fermezza: «Io non so come il sottosegretario, che ringrazio comunque, riesca a stabilire che non c'è nessuna correlazione tra il sovraffollamento e i suicidi». Il deputato ha sottolineato che «non è solo un fatto tecnico- scientifico, signor Sottosegretario: è correlato anche alle condizioni in cui si trovano gli istituti, che magari sono molto peggiori rispetto a qualche anno fa». Ha poi puntato il dito contro la questione delle telefonate, ricordando: «Vorrei preliminarmente farle presente che voi non avete ancora approvato il regolamento sull'aumento delle telefonate per i detenuti che avevate annunciato nel famoso decreto carceri. Lo stiamo ancora aspettando». Secondo Giachetti, si tratta di un elemento tutt’altro che marginale, con un impatto significativo sul benessere psicologico dei detenuti.

Il tono si è fatto più duro quando il deputato di Italia Viva ha contestato i dati forniti: «Peraltro le segnalo che lei mi ha dato un dato, se non sbaglio, il 13 marzo del 2025. Ieri è uscita un’agenzia nella quale – non io, ma il sindacato della polizia penitenziaria – comunica che siamo al ventisettesimo. Quindi presumo che da marzo ad aprile ci siano stati già altri dieci suicidi».

Giachetti ha anche sollevato il problema della classificazione dei decessi: «Quello che è morto di sciopero della fame in ospedale probabilmente non viene considerato come suicidio». Il confronto si è fatto ancor più acceso quando Giachetti ha richiamato il passato: «Vorrei dirle che tutte le cose straordinarie che lei ci ha raccontato sono però la risultanza di un fallimento, signor Sottosegretario, perché tutto quello che lei ci racconta è tutto in itinere: il decreto, le caserme, le carceri».

Non ha risparmiato critiche nemmeno sulle soluzioni annunciate, soffermandosi sul tema delle celle- container: «Questi prefabbricati sono per 384 nuovi posti che costano 32 milioni di euro, cioè 83 mila euro a detenuto che viene messo dentro un prefabbricato». E ha aggiunto: «Siamo in un sovraffollamento di 16 mila persone e voi spendete 32 milioni per allocare 384 persone».

Concludendo, Giachetti ha ricordato il suo lungo impegno sul tema: «Tutte le cose che sto dicendo le ripeto da 15 anni. Faccio parte di un'associazione che si chiama Nessuno Tocchi Caino che, insieme a Pannella e ai Radicali, si dedica a questo tema da decenni. Abbiamo fatto di tutto: sciopero della fame, sciopero della sete, con tutti i governi». Ha infine affermato con tono severo: «Mi aspetto, e mi aspettavo, da lei soluzioni che non siano avveniristiche, che non siano una presa in giro rispetto all'emergenza», ribadendo che il problema dei suicidi e del sovraffollamento non può essere ridotto a mere statistiche o a piani ancora in fase di realizzazione.

MAGI: BISOGNA APPLICARE LA SENTENZA DELLA CONSULTA

Nella stessa giornata, il ministro della Giustizia Carlo Nordio è intervenuto al question time alla Camera rispondendo a un’interrogazione sul diritto all’affettività dei detenuti, sancito da una sentenza della Corte Costituzionale nel 2023. «Ci stiamo lavorando intensamente – ha affermato – ma questo sacrosanto diritto va coniugato con esigenze di sicurezza, compatibilità edilizia e del personale. Non è risolvibile in tempi rapidissimi». Dai dati presentati, solo 32 istituti su 189 hanno spazi potenzialmente idonei, previe costose ristrutturazioni, mentre 157 sono privi di ambienti adeguati. Nordio ha annunciato un gruppo di studio multidisciplinare per affrontare il tema, ma ha ammesso le difficoltà: «È una sentenza storica, ma la realtà non si cambia in pochi mesi».

A replicare è stato il segretario di + Europa Riccardo Magi: «Non si tratta di sensibilità umana, ma di applicare una sentenza. Non posso credere che non esista almeno un carcere per regione già attrezzato». Ha poi criticato i ritardi: «Al ministero annunciarono una circolare imminente: dov’è?». Magi ha chiuso con un appello: «Secondo noi non ci sarà alcuna umanizzazione con gli interventi di edilizia carceraria se il commissario nominato dal governo non inizia a lavorare a partire da queste cose, che sono piccole ma che modificano completamente la qualità della vita delle persone e rendono la pena meno crudele e afflittiva».