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Naturalmente il processo mediatico è capace di ogni mirabilia. Ma il record stabilito dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro promette una sorte analoga a quello di Beamon nel salto in lungo, rimasto imbattuto per un quarto di secolo. Intervistato ad “Agorà” su Rai 3, il magistrato ieri mattina ha ribadito le accuse già fatte trapelare nei giorni scorsi: «A mio avviso alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti, e so di contatti: un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga».
Esiste un fascicolo, e va bene, ma contro ignoti. Non esiste un avviso di garanzia, evidentemente neppure un’indagine in notevole stato di avanzamento altrimenti qualche nome a registro sarebbe già stato iscritto, non è quindi mai stato chiesto un rinvio a giudizio e neppure consumato un processo, non ci sono sentenze né di primo né di secondo grado.
Eppure il pm da cui dovrebbe prendere le mosse tutta questa sequenza, normalmente detta procedimento giudiziario, ha già emesso la sua condanna. In tv. «So di contatti», tra trafficanti di carne umana e organizzazioni umanitarie, dice. E se i contatti ci sono, è fatta. Il reato è accertato. In tv, almeno.
Naturalmente non ha detto solo questo, il dottor Zuccaro. Ha descritto una possibile scena del crimine: «Dalla Libia partono telefonate in cui si chiede ‘ possiamo mantenere in mare queste imbarcazioni anche con mare agita- to? ’ E si risponde ‘ fatelo tranquillamente, tanto noi siamo a ridosso’». O sono supposizioni o sono atti d’indagine e, nel caso, sarebbe curioso se a svelarli fosse lo stesso pm. Ma c’è un quadro accusatorio molto complesso, che non si limita al trasporto di disperati.
Ci sono altri reati, ascrivibili alla spaventosa categoria delle cospirazioni: «Forse la cosa po- trebbe essere ancora più inquietante», ha infatti aggiunto il capo della Procura etnea, «si perseguono da parte di alcune Ong finalità diverse: destabilizzare l’economia italiana per trarne dei vantaggi». Quali Ong? Ci sono i nomi? I nomi dei loro referenti? E quali sono i vantaggi? Si sa chi è parte del complotto?
Il modo di procedere della magistratura catanese ha già innescato un corto circuito politico tremendo, con il cinquestelle Luigi Di Maio che ha subito cavalcato le ipotesi accusatorie, Matteo Salvini che chiede di «affondare le navi» e il resto del mondo politico, e la Cei, che cercano di fermare la deriva. Ci deve pensare il ministro della Giustizia Andrea Orlando, titolare dell’azione disciplinare nei confronti delle toghe, a riportare la questione nella cornice dell’ordinamento giudiziario: «Spero che la procura di Catania parli attraverso le indagini, gli atti, perché credo sia il modo migliore». Dovrebbe essere anche l’unico, ma si sa che il guardasigilli non è uno che usa le parole o le sue prerogative come una clava. Certo la vicenda è disarmante anche dal suo punto di vista.
Il tornado andato in onda in mattinata travolge anche il ministro dell’Interno Marco Minniti che, durante il question time, prega di «evitare generalizzazioni», visto che «le indagini della Procura di Catania sono ancora in corso» ( ma è dura se a generalizzare è la Procura stessa). Il Capo del Viminale cita anche l’attività conoscitiva del comitato Schengen e della commissione Difesa del Senato, i «contatti con Frontex» aperti dal governo per vederci chiaro. Ma prove di reati e complotti non sembrano emergere.
Tanto che timidamente un deputato pd, Giovanni Burtone, propone: «Il dottor Zuccaro ne riferisca alla commissone d’inchiesta sui Migranti». Lui, il magistrato, ricorda che non tutte le Ong sono uguali ( e cattive): «Ci sono quelle che hanno certamente scopi umanitari, come Medici senza frontiere o Save the children». Lo stesso direttore di quest’ultima Ong, Valerio Neri però chiede: «Se ci sono prove rispetto alle gravissime accuse sulle operazioni e sui finanziatori delle Ong che operano nel Mediterraneo, chiediamo che emergano quanto prima». Anche lui vorrebbe insomma che i magistrati «parlassero con gli atti» : proprio come Orlando o come ha spesso ripetuto Matteo Renzi nelle sue polemiche coi pm.
Il dottor Zuccaro, al momento, può dire questo: «Sono ipotesi, devo fare degli accertamenti» Cioè alla fine ammette che non ci sono prove. Solo ipotesi, le sue. Ma bastano, eccome se bastano, per una condanna in tv.