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«Dopo 90 anni potrebbe finalmente essere modificato (e migliorato) il servizio del vitto e del sopravvitto per la popolazione detenuta», rivela pubblicamente la garante dei detenuti del comune di Roma Gabriella Stramaccioni che si è attivata durante questi anni per denunciare i bandi di appalto sull’erogazioni di questi servizi per la popolazione detenuta del carcere di Rebibbia.
Ed ha ragione. Dopo l’annullamento, come riportato da Il Dubbio, a seguito della sentenza della Corte dei Conti e la promozione del nuovo bando del provveditorato del Lazio, Abruzzo e Molise separando il servizio di vitto (a carico dello Stato) da quello del sopravvitto (a carico dei detenuti), man mano, da come si evince dal sito del ministero della Giustizia, sono stati annullati i bandi di tutti gli altri provveditorati. Come ricorda sempre la garante Stramaccioni, fino ad ora i due servizi venivano affidati alla stessa ditta producendo gravi danni per la salute delle persone detenuta con somministrazione di cibo scadente ed a costi esorbitanti per quanto riguarda il sopravvitto. Un cambiamento significativo che va nella giusta direzione e che la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha accolto e rilanciato, concretizzando ciò che aveva preannunciato in risposta al question time della senatrice Margherita Corrado, riguardante, appunto, l’affidamento del servizioper il vitto dei detenuti e internati. Si dà, così seguito, anche alla raccomandazione urgente inviata dal Garante nazionale delle persone private della libertà, volta a fissare negli istituti penitenziari un livello qualitativo del vitto che garantisca il diritto alla salute e a una sana alimentazione delle persone ristrette. La raccomandazione, condivisa con i Garanti regionali interessati e con la Garante dei detenuti di Roma, è stata formulata a partire dalla recente pronuncia della Corte dei Conti, che ha negato l'approvazione dei contratti che prevedevano un unico fornitore per il vitto e il sopravvitto in Istituti del Lazio, Abruzzo e Molise.