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«Quello contro la sanità lombarda è un attacco politico al centrodestra e alla Regione alimentato da un’inchiesta giudiziaria spettacolarizzata». Di più: a Milano si stanno celebrando veri e propri «processi di piazza». Alessio Lanzi, avvocato, professore di diritto penale e, soprattutto, membro laico del Csm designato da Forza Italia, torna all’attacco e, dopo aver sollevato il caso dell'inchiesta milanese sul Pio Albergo Trivulzio dalle pagine del Dubbio, replica le sue accuse sulla Stampa. Solo che questa volta lo fa alla vigilia del plenum del Csm e così le toghe di piazza dei Marescialli rispolverano la cara, vecchia unità di categoria - per non dire di casta - si ricompattano e censurano aspramente le sue parole, addirittura invocando il silenzio: «I membri del Consiglio non dovrebbero mai esprimere giudizi sul merito di una iniziativa giudiziaria in corso e certamente mai dovrebbero farlo con quei toni e quelle espressioni, che delegittimano il ruolo dell'autorità giudiziaria e dell'ufficio procedente», ha tuonato il consigliere togato del Csm, Giuseppe Cascini il quale ha parlato a nome dei magistrati di Area. Insomma, chi in questi giorni temeva un nuovo scontro tra politica e magistratura, vede materializzare quella premonizione. Del resto gli ingredienti ci sono tutti. C’è il luogo simbolo di Mani Pulite - quel Pio Albergo Trivulzio dal quale partì la valanga Tangentopoli - c’è un procuratore capo, Francesco Greco, che fu un pezzo da novanta del pool guidato dall’allora procuratore Borrelli e c’è la stampa che a quanto pare ha già in tasca le sentenze. Sentenze di colpevolezza, naturalmente.E chi invoca garanzie e riservatezza delle inchieste, rischia la pubblica riprovazione. Proprio come è accaduto al consigliere Lanzi, il quale ha solo fatto presente che il problema delle case di riposo non riguarda solo la Lombardia ma tutta l’Italia. Anzi, tutto il mondo: addirittura la civilissima Svezia, dove un terzo dei morti di Covid provengono dagli “ospizi”.«Ma qui in Italia si parla solo della Lombardia - ha ribadito Lanzi -. La magistratura interviene con grande rimbalzo mediatico, la politica sguazza ma episodi analoghi si sono verificati in altre regioni». E Lanzi fa l’esempio di Roma e del Lazio dove «ci sono stati fatti gravi come la diffusione anticipata delle bozze dei decreti, con pericolosi esodi di massa, eppure non risulta alcun indagini per il mancato impedimento dei contagi». Quindi rimarca: «Indagare è doveroso. Ma quando e come è una valutazione discrezionale dei pm, che in questi giorni comporta una smaccata sovraesposizione mediatica. Non mi è piaciuta la perquisizione della Finanza in Regione trasmessa in tv, mentre lì dentro si lavora in trincea per evitare altri morti». Apriti cielo. Evidentemente nell’era della giustizia spettacolo, la “perquisizione live” è considerata del tutto legittima. E di fronte a queste critiche Cascini ha sfoderato il dolore dei familiari che - giustamente ma senza per questo dover essere trascinati nella polemica - invocano «verità e giustizia».Ma il Consigliere Lanzi non è uomo da tirarsi indietro e non solo ha confermato ogni singola parola dell’intervista, ma ha anche rivendicato il suo diritto di critica: «Non c’è stato nessun attacco alla magistratura, nessuna delegittimazione», ha replicato.E poi: «Non c'è nessun attacco ai pm, ma opinioni espresse nell'ambito della libera manifestazione del pensiero. La dichiarazione del consigliere Cascini - ha sottolineato - è un atto politico; la critica dovrebbe intervenire unicamente sul merito delle mie dichiarazioni e sui relativi contenuti giuridici».Insomma, l’impressione è che dopo l’agognata e temuta “Fase2”, quella del lento ritorno alla normalità, seguirà una “Fase3”: la resa dei conti tra toghe e politica.