Feltri: «Ergastolo ostativo? Pure i mafiosi hanno diritti, la destra non è crudeltà»
Intervista al direttore editoriale di Libero, che oggi, sul proprio giornale, si è schierato contro l’ergastolo ostativo: «Una pena che ti conduce alla morte è tortura, e la tortura è fuori dalla Costituzione»
«Non mi piacciono i luoghi comuni. Non li sopporto. Mi piace pensare, giudicare le cose per come le vedo, non per obbedire a un’etichetta». Tanto è vero che Vittorio Feltri si rifiuta di stare al gioco, quando gli facciamo notare che il suo intervento di oggi su Libero a proposito dell’ergastolo ostativo è un coraggioso atto di eresia, rispetto alla visione della destra sul “fine pena mai”. «Ma poi io non sono neppure di destra. Inorridisco all’idea di una pena che ti conduce alla morte, una pena di morte lenta, di fatto una tortura». Lo ha scritto oggi a chiare lettere sul giornale che ha inventato ventidue anni fa e di cui è tuttora direttore editoriale: «Quella sull’ergastolo ostativo è una battaglia di civiltà. Rinchiudere a vita, ovvero finché non subentri il trapasso, una persona in una cella, quantunque ella abbia compiuto reati connessi all’associazionismo mafioso, non lasciarle alcuna speranza di uscire, neppure un misero brandello, e nemmeno l’aspettativa di essere reinserita in società, equivale in sostanza al condannarla a morte precoce». Feltri ha risposto così all’intervista rilasciata al Corriere della Sera da Giuliano Amato, presidente della Consulta, massima autorità di garanzia della Repubblica, che ha giustificato il rinvio della sentenza sull’incostituzionalità dell’ergastolo con la necessità di rispettare il Parlamento e assicurare misure rigorose per i detenuti di mafia.
È stato coraggioso, direttore.
Confesso che proprio non riesco a comprendere. Un omicidio è un omicidio. Cosa importa se è stato commesso per motivi di gelosia o per mafia o perché una persona è fuori di sé? Com’è possibile pensare che quando si tratta di mafia la pena non deve essere umana e anzi deve trasformarsi in tortura?
Ripeto: lei è un simbolo della destra conservatrice nel nostro Paese, le piaccia o no. E in quello che dice ha pochi emuli, a destra.
Perché io guardo, e penso. E arrivo a delle conclusioni che non discendono da giudizi preconcetti. Me ne infischio, di chi incasella le cose. Sono un conservatore in un Paese in cui c’è poco da conservare, ci sarebbero casomai molti valori da recuperare. Cosi come penso che anche un mafioso debba avere diritto a una pena umana, rieducativa, finalizzata al reinserimento anziché una pena di morte distillata in trent’anni, credo anche che i diritti dell’uomo sono talmente inviolabili da dover essere tutelati persino nel ventre della mamma.
Ha cambiato idea sull’aborto? Lo considera un errore?
No, non ho affatto detto questo. Credo che l’aborto sia un ripiego doloroso a cui si dovrebbe ricorrere in casi speciali. Ho le mie riserve sul fatto che possa essere considerato un pilastro della civiltà. Comunque ripeto: non è vero che sono di destra.
Di sicuro a destra quasi nessuno la pensa come lei sull’ergastolo.
Credo che il conformismo ci abbia rovinato. Come ci ha rovinato il politicamente corretto, i luoghi comuni che diventano slogan.
Ha scritto che quella sull’ergastolo ostativo è una battaglia di civiltà. Neppure i parlamentari ultragarantisti hanno il coraggio di ricordarlo.
L’ergastolo senza via d’uscita è qualcosa che va oltre la pena. Attendere la morte chiusi in gabbia è una cosa che, a pensarci, fa venire i brividi. Non mi stanco di ripeterlo: è assurdo che si facciano differenze di umanità della pena in base al reato. È una logica che credo sia fuori dalla Costituzione.
Dovrebbe. Ma in Italia chi chiede di essere garantisti coi mafiosi passa per colluso.
Sì, certo. Diventi mafioso puree tu. Ma vogliamo parlare del 41 bis? Del fatto che ti tengono sotto controllo e ti spiano anche dentro al cesso? O che stanno con le luci sempre accese? Una tortura. Ma la tortura mi pare non sia ammessa: né dalla Costituzione né dal diritto internazionale.
Amato ha giustificato il rinvio della sentenza sull’ergastolo con la necessità di rispettare il Parlamento. Ma poniamo che nei 6 mesi in più dati al Parlamento, un “ostativo” anziano, chiuso da 30 anni, muore: avremo obbedito alla Costituzione, nel negargli di riassaporare per l’ultima volta la libertà?
Secondo me la Costituzione ne esce stracciata, da una cosa del genere. Tutti se ne riempiono la bocca. Poi vorrei capire, visto che il cosiddetto ergastolo ostativo vale per chi non collabora: com’è possibile premiare chi si inventa quattro scemate? Mi pare un modo perfetto di inquinare la giustizia?
FdI diverge dalla Lega sui referendum, in particolare su legge Severino e carcere preventivo: il rigorismo sulla giustizia è così insuperabile, a destra?
Non condivido questa linea. Non sono posizioni conservatrici ma semplicemente crudeli, l’ho scritto. E non redo che la crudeltà faccia parte dell’evoluzione umana. No, a destra non mi pare si sia obbligati a essere intransigenti sulle garanzie. I diritti sono un’altra cosa. Andrebbe assicurato anche il diritto degli animali. Ecco, un Paese migliore ha attenzione per tutto, senza spazi residui di crudeltà, ma anche senza esasperare il politicamente corretto.
Senza un nemico come Berlusconi, l’Anm è così indebolita che non riesce più a ottenere adesioni di massa agli scioperi?
Mi pare che la magistratura sia sempre più piena di incoerenze. Penso a Davigo: fino a pochi mesi fa gli hanno leccato tutto il leccabile, adesso che non è più in servizio gli vanno contro. Mi pare una cosa incredibile.
Palamara è stato un capro espiatorio?
Ha detto cose che nessuno ha contestato. Ho grande rispetto per chi dice la verità. Non credo che alla fine potranno dargli una condanna penale. Certo non gli hanno dato una medaglia. Ma ha fatto quello che dovrebbero fare tutti: dire la verità.