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Di seguito la lettera inviata giovedì ai vertici dell’Anm da Roberto Carrelli Palombi, presidente del Tribunale di Siena e difensore di Luca Palamara nel procedimento dinanzi all’associazione.
Carissimo Presidente e carissimi colleghi, ho letto con molta sorpresa ed altrettanta amarezza il Vostro comunicato in data 24.6.2020 tuttora presente sul sito dell’Anm. Non mi sarei aspettato che, in risposta ad una mia intervista al quotidiano il Dubbio che conteneva, tra l’altro, legittime critiche ad una decisione assunta dal C. d. c. con particolare riguardo alle procedure adottate, mi venisse replicato di avere reso affermazioni false.
Al di là dei toni utilizzati nei miei confronti che mi sembrano un po’ sopra le righe e non in linea con l’abituale dialettica associativa alla quale da tanto tempo partecipo anche con molti di Voi, mi permetto di rilevare quanto segue.
Al contrario di quanto da Voi affermato, nella mia intervista non si dice affatto che la proposta del Collegio dei Probiviri e la delibera del Comitato direttivo centrale si fonda su articoli di stampa; viceversa io ho affermato che il dott. Palamara si è potuto difendere davanti al Collegio dei Probiviri sulla base di una contestazione che faceva riferimento a notizie tratte da articoli di stampa ( nota indirizzata al dott. Palamara a firma del presidente del Collegio del 22.7.2019 prot. 31/ 19/ BDM/ es); non a caso, in quella sede nel corso dell’audizione del dott. Palamara tenutasi in data 2.3.2020, ho eccepito il difetto della contestazione, per la mancata specificazione dei comportamenti attraverso i quali si sarebbero consumate le plurime violazioni del codice etico addebitate allo stesso dott. Palamara ( verbale audizione del dott. Palamara dinanzi al Collegio dei Probiviri in data 2.3.2020). È vero, allora era già stata acquisita da parte del Collegio dei Probiviri l’ordinanza cautelare emessa dalla sezione disciplinare del Csm ed era conosciuta la motivazione della sentenza della Corte di Cassazione con la quale era stato respinto il ricorso proposto dal dott. Palamara; ma di detti atti non vi era alcuna menzione nella suddetta contestazione elevata dal Collegio dei Probiviri al dott. Palamara.
Evidenziavo, quindi, che solo attraverso le conclusioni del Collegio ( atto a firma del presidente del Collegio del 2.3.2020 comunicato mio tramite al dott. Palamara solo in data 12.6.2020), quelle contestazioni, inizialmente del tutto generiche e tali da non consentire un’adeguata difesa, si erano poi materializzate nella descrizione dei comportamenti contestati; proprio in ciò, a mio avviso, poteva giustificarsi la richiesta avanzata dal dott. Palamara di rendere dichiarazioni dinanzi al Cdc, richiesta, peraltro, già preannunciata dinanzi al Collegio dei Probiviri. In sostanza, pare evidente che al dott. Palamara è stato negato il diritto di difendersi rispetto a comportamenti questa volta ben dettagliati e circostanziati per come descritti nelle conclusioni dei Probiviri al Cdc. Ed è stata negata anche al sottoscritto la possibilità di intervenire al Cdc per illustrare le ragioni sottese alla richiesta del dott. Palamara; ciò ha determinato la necessità dell’intervista, resa peraltro, nonostante la forte attenzione mediatica alla vicenda, esclusivamente ad un quotidiano particolarmente attento alle problematiche attinenti al funzionamento della Giustizia ed alle attività delle componenti delle associazioni di categoria coinvolte.
Mi sembra ancora necessario precisare che il procedimento disciplinare a carico del dott. Palamara dinanzi al Csm non è stato affatto definito, essendosi esaurita solo la fase cautelare ed i rinvii della trattazione del procedimento dinanzi al Collegio dei Probiviri sono stati determinati, come può evincersi dai verbali del Collegio, solo da impedimenti dello scrivente o dello stesso dott. Palamara; solo in data 12.12.2019 era stato chiesto, tra l’altro, di attendere il deposito della sentenza della Corte di Cassazione sul ricorso proposto dal dott. Palamara, la cui trattazione era avvenuta all’udienza del 3.12.2019.
Nulla posso dire sulla strategia difensiva del dott. Palamara nel procedimento che lo riguarda pendente dinanzi alla Procura di Perugia e su eventuali acquisizioni di atti da parte dell’Anm; viceversa, come a Voi certamente noto, al dott. Palamara, da quell’Autorità giudiziaria, è stata negata, allo stato, la possibilità di acquisire elementi probatori, a suo dire utili, per chiarire i fatti oggetto di contestazione da parte del Collegio dei Probiviri.
Alla luce di quanto fin qui esposto e risultante dagli atti in Vostro possesso e dal testo chiarissimo della mia intervista al quotidiano Il Dubbio, Vi invito a rettificare il contenuto del Vostro comunicato in data 24.6.2020, sicuramente frutto di un fraintendimento delle mie dichiarazioni.