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"La rete relazionale di 'Ungheria' fu utilizzata per condizionare la nomina del procuratore di Milano". Sono le parole - senza riscontro - utilizzate da Piero Amara, ex avvocato esterno di Eni, in un verbale reso negli uffici della procura meneghina - davanti ai sostituti procuratori Laura Pedio e Paolo Storari - in un interrogatorio del 6 dicembre 2019. Affermazioni, insieme alle altre rivelazioni rese tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020, ora al centro di più indagini. Da un lato la procura di Perugia che indaga sulla presunta lista segreta con 40 nomi di magistrati, politici, imprenditori, forze dell'ordine e vertici delle istituzioni, dall'altra quella di Roma che vede indagato Storari per rivelazione di segreto d'ufficio avendo dato quei verbali secretati all'allora componente del Csm Piercamillo Davigo affinché denunciasse il presunto immobilismo della procura di Milano di fronte ad affermazioni ritenute scottanti. Alla richiesta di chiarire il ruolo di 'Ungheria' nella nomina del procuratore di Milano, la replica di Amara è chiara. "Si sollecitarono candidature di persone amiche - si legge nel documento visionato dall'Adnkronos - o alle quali si poteva in qualche modo accedere", e si fa riferimento a un altro magistrato. Per tre ore, davanti ai pm milanesi, Amara - nelle vesti di indagato e già noto alla procura per altre inchieste - precisa il contenuto di alcuni atti trovati nel suo computer durante una perquisizione in cui si fa riferimento ai suoi rapporti con alcuni magistrati, cita alcune delle persone che farebbero parte della loggia segreta e riferisce di pressioni e correnti che sarebbero intervenute su nomine o persone sgradite.