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La sua casa finisce all’asta e ad acquistarla è un magistrato onorario che opera nello stesso circondario, quello di Cosenza.
Tutto comincia nel 2012, quando D. B. ha subito il pignoramento della casa in cui viveva con la moglie da parte del Banco di Napoli per il mancato pagamento di un mutuo e il tribunale di Cosenza ha disposto la procedura di vendita senza incanto dell’immobile, un appartamento nel centro della città del valore di circa 600 mila euro. L’asta è andata deserta per tre volte e, infine, l’immobile è stato aggiudicato all’unica offerta presentata, col ribasso del 30%, per un valore di 178 mila euro.
Al momento del rilascio dell’immobile, però, la scoperta di chi fosse l’aggiudicataria: giudice onorario non togato che svolge funzioni di pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Cosenza. «Ho scoperto chi fosse grazie al mio legale, che l’ha riconosciuta quando si è presentata insieme ai carabinieri a casa mia per espletare la procedura veloce per l’immissione nel possesso del bene, senza attendere la notifica del decreto di ingiunzione. Lui credeva fosse presente in funzione di pm e non di aggiudicataria dell’immobile, poi abbiamo scoperto che invece era stata lei a partecipare all’asta», ha raccontato D. B., il quale ha presentato un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura contro la magistrata onoraria e anche una denun- cia- querela al Procuratore della Repubblica.
Sul piano disciplinare, infatti, il Decreto Legislativo 109/ 2006 sulla ' Disciplina degli illeciti disciplinari dei magistrati”, dispone che togati e onorari non possono svolgere «attività incompatibili con la funzione giudiziaria» «o di attività tali da recare pregiudizio all’assolvimento dei doveri di cui all’articolo 1 ( imparzialità, correttezza, diligenza, laboriosità, riserbo e equilibrio e rispetta la dignità della persona nell’esercizio delle funzioni). Inoltre, secondo giurisprudenza delle Sezioni Unite di Cassazione, i magistrati sono soggetti alla regola di correttezza per la quale devono astenersi dal «prendere interesse personale in procedimenti pendenti davanti ad organi giudiziari, anche diversi, se compresi nella giurisdizione davanti alla quale il processo è pendente» . Nella stessa direzione va anche l’indirizzo del Csm, che in due delibere del 2017 ha ritenuto che «l’acquisto di un immobile all’asta è un’attività non preclusa in termini assoluti al magistrato onorario, tuttavia egli se ne deve astenere ogni qual volta vi sua una possibile interferenza diretta o indiretta con le funzioni svolte, ciò in particolare quando le procedure di aggiudicazione si svolgano presso gli uffici giudiziari siti nello stesso circondario dove il medesimo, suoi congiunti o persone a lui strettamente legate svolgono le loro funzioni giudiziarie». Secondo quanto scritto nell’esposto di D. B. al Csm, infatti, ad avvalorare il conflitto della magistrata ci sarebbe il suo rapporto di coniugio con un «iscritto negli elenchi dei delegati alle vendite».
Attualmente l’esposto è al vaglio del Consiglio Superiore della Magistratura e, in seguito alla denuncia, la pm onoraria è stata iscritta al registro delle notizie di reato della Procura di Salerno ( competente in caso di procedimenti contro i magistrati cosentini). Le ipotesi di reato a suo carico potrebbero essere quelle di turbativa d’asta e abuso di potere.
«Possibile che il magistrato dell’esecuzione non abbia riconosciuto la collega al momento dell’asta? In gennaio, inoltre, ho fatto un’istanza al Procuratore della Repubblica di Cosenza per conoscere se si fossero presi provvedimenti nei confronti della magistrata onoraria, ma non ho ricevuto risposte», ha raccontato D. B.
Ora non resta che attendere l’esito del procedimento disciplinare al Csm ed eventuali procedimenti penali a suo carico.