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Oggi, 5 aprile, in Turchia si celebra la giornata degli avvocati: un momento nazionale, per ricordare come il diritto di difesa debba essere garantito come baluardo di democrazia. Proprio in concomitanza con la ricorrenza, il Consiglio Nazionale Forense ha scelto di manifestare di nuovo la propria solidarietà ai colleghi turchi e la ferma condanna per gli arresti e i trattamenti illegali da loro subiti, auspicando l’immediato intervento delle autorità italiane competenti, al fine di indurre il governo turco a rispettare i Principi base dell’Onu.
Secondo gli ultimi dati di cui si dispone, pubblicati nel report “Incarceration of Turkish Lawyers” prodotto dalla Arrested lawyers initiative, dopo il tentativo di colpo di stato del luglio 2016 sono stati denunciati 1539 avvocati, 580 sono stati arrestati e 103 condannati da 2 a 14 anni di carcere. Inoltre, sono stati messi sotto inchiesta o arrestati 14 presidenti o ex presidenti di ordini forensi tra i quali il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Konya, Fevzi Kayacan, il Presidente dell’Ordine di Trabzon, Orhan Öngöz, il Presidente dell’Ordine di Siirt, Cemal Acar ed il Presidente dell’Ordine degli avvocati di Gumushane. Ismail Tastan.
Dati preoccumanti e stigmatizzati dalle avvocature mondiali: per questo il Cnf chiede alle Autorità turche di rispettare i principi di base dell’ONU relativi al ruolo degli avvocati, adottati a L’Avana nel 1990. Vale ricordare questi principi, sistematicamente non attuati secondo le notizie che arrivano dalla Turchia: «Gli avvocati non devono essere assimilati ai loro clienti o alla causa dei loro clienti nell’esercizio delle loro funzioni», «Le autorità pubbliche assicurano che gli avvocati siano in grado di svolgere tutti i loro doveri professionali senza ostacolo, intimidazione, molestia o indebite interferenza; possano viaggiare e consultare liberamente i propri clienti, sia in patria che all’estero; e non siano fatti oggetto, ne siano minacciati, di essere sottoposti a procedimento oppure a sanzioni economiche o altro per qualsiasi azione intrapresa in conformità con i loro obblighi e principi professionali riconosciuti e con la loro deontologia».
Norme fondamentali, queste, che si collocano sotto l’egida del più generale principio, affermato dalla raccomandazione del del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa agli stati membro sulla libertà di esercizio della professione di avvocato: « gli avvocati dovranno disporre della libertà di opinione, di espressione, di movimento, di associazione e di riunione».
L’impegno dell’avvocatura italiana in favore dei colleghi turchi continua: la Arrested lawyers initiative, l’associazione di avvocati turchi in esilio, sarà in visita al CNF il 20 aprile, per testimoniare le drammatiche condizioni in cui i legali sono costretti ad operare in un Paese in cui il rispetto dei diritti umani e del diritto di difesa è costantemente messo in pericolo.