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In Lombardia è nato da poco l ' Osservatorio Carcere “Lucio Bertè” che opera sotto l'ala esperta dell’associazione Nessuno Tocchi Caino. L'Osservatorio, dedicato al militante radicale Lucio Bertè, scomparso lo scorso 24 dicembre e da sempre impegnato nella difesa dei diritti del detenuto ignoto, si propone di monitorare le condizioni delle carceri lombarde nello spirito della storica battaglia di Marco Pannella ' Spes contra Spem', attraverso la partecipazione delle diverse anime radicali del territorio accomunate dall'intento di tenere accesa l'attenzione sulle condizioni della comunità carceraria e sulle sue criticità. A gennaio hanno inaugurato la nascita dell’osservatorio facendo le prime visite nelle carceri. Per ora sono due, ovvero quelle di Monza e Como dove inevitabilmente hanno riscontrato delle criticità in comune: il sovraffollamento, carenza di educatori per la effettività della finalità rieducativa della pena, quella di psicologi e psichiatri per il diritto alla salute mentale del detenuto e la mancanza dei garanti locali dei detenuti.
Sabato scorso due delegazioni si sono quindi recate in visita nelle carceri di Como e Monza. In entrambe le carceri il dato che emerge è l'elevato sovraffollamento che si assesta al 200%. A Monza la delegazione ( guidata da Simona Giannetti, del direttivo di Nessuno tocchi Caino, e composta da Francesca Bertè, Serena Marchetti, Paola Maria Gianotti, Lorenzo Ceva Valla, Chiara Villa e Simona Artesani) ha riscontrato che per 400 posti di capienza regolamentare - ma solo 300 circa disponibili -, i detenuti presenti erano 631: in questa condizione di sovraffollamento la delegazione ha constatato che in quasi tutte le celle c’era la terza branda che durante il giorno viene chiusa e risposta sotto un letto. Anche a Como la delegazione ( guidata da Mauro Toffetti, del direttivo di Nessuno tocchi Caino, e composta da Giulia Crivellini - tesoriera di Radicali Italiani, Riccardo Giorgio Frega - Segretario dell'Associazione Tortora Radicali Milano, Gianni Rubagotti - Associazione Cazzavillan-, Francesco Condò, Andrea Miglio, Fabrizio Pesoli e Maurizio Pistorio) ha riscontrato che per nel carcere del Bassone c’è sovraffollamento che si avvicina al 200%. Le carenze più evidenti riscontrate in entrambe le carceri visitate sono quelle sul numero degli educatori e dei medici psicologi e psichiatri. A Monza è la Direttrice Maria Pitaniello a segnalare alla delegazione la carenza: per il numero di 9 educatori previsto dalla pianta organica, presenti in servizio sono solo 4 per 631 detenuti. Lo stesso accade a Como dove per 4 previsti da organico presenti in servizio sono solo 2 per 442 detenuti.
Oltre all’alto numero dei tossicodipendenti ( la metà del totale), i detenuti psichiatrici sembrano essere in gran numero in entrambe le carceri. L’osservatorio carceri Bertè ha riscontrato che tra questi ci sono anche i detenuti che assumono prestazioni di tipo calmante, visto anche le condizioni di sovraffollamento che aggravano lo stato psicofisico dell'individuo.
C’è anche il problema degli internati in lista d’attesa. Al carcere di Como ce ne sono due, mentre a Monza la direttrice ha riferito che da poco era stato trasferito un internato che aveva trascorso in carcere ben 6 mesi in attesa di poter raggiungere la Rems. A Como, sempre a proposito delle problematiche collegate con il diritto alla salute mentale, la delegazione ha riscontrato una criticità nella gestione dei detenuti transgender, alcuni dei quali hanno profili psicologici piuttosto particolari, al punto da rendere difficile la convivenza con quelli che sono sani e che hanno subito anche atteggiamenti violenti dai primi. In entrambi le carceri manca il garante locale dei detenuti: l’osservatorio carcere Lucio Bertè fa sapere che vigilerà affinché venga istituito questa figura fondamentale.