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"L'allora ministro della Giustizia Orlando aveva inteso mettere mano alle norme sulle intercettazioni telefoniche ed ambientali. L'intenzione era quella di porre un freno alla pubblicazione indiscriminata ed incontrollata divenuta abituale sui media nostrani di uno degli atti più intimi della persona: una conversazione privata. Dei buoni propositi del Ministro Orlando non vi è traccia in questo ennesimo capolavoro di questo governo giacobino". Parole del presidente dell'Unione camere penali Gian Domenico Caiazza. "Un po' di freno alla Polizia Giudiziaria, ipertrofia dei poteri del pm, nessuna sanzione seria per gli sputtanatori - lamenta Caiazza - Invece, ampliamento della pesca a strascico dei reati, per cui ti autorizzo per il reato A, ma se scopri anche B e C prendi pure, non si butta nulla, anche mediante trojan, un virus informatico che trasforma il tuo cellulare nel tuo microfono, e che ti segue ovunque tu vada, facendosi finta di accendere e spegnere se vai alla toilette o in camera da letto, come se fosse mai davvero possibile". Per Caiazza, "sono decenni che rigorosi principi vengono erosi da norme e da interpretazione di norme sempre nel segno di ampliarne e garantirne la violazione. I reati per i quali sono consentite intercettazioni sono in numero sempre crescente; le motivazioni autorizzative sempre meno stringenti e sempre più generiche e stereotipe; l'impunità degli sputtanatori conclamata".