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L’Unione delle Camere penali Italiane «risponderà all’invito del ministro della Giustizia e siederà dunque al tavolo convocato per il prossimo 26 febbraio». Lo annuncia con un post su Facebook il presidente dell’Ucpi Gian Domenico Caiazza, mentre ieri la Giunta dell’Anm ha fatto sapere che diserterà la riunione, dedicata alla riforma del processo penale. «Noi pensiamo - spiega Caiazza - che possano sempre esistere ottime ragioni per alzarsi da un tavolo di confronto e di discussione ed andare via, mentre è difficile individuarne una sufficientemente seria per rifiutare addirittura di sedervisi. Sentiamo innanzitutto cosa avrà da dirci il Ministro Bonafede. Noi, per di più, abbiamo molte cose da chiedergli, a cominciare da una semplicissima domanda: chi e perchè ha inteso manomettere, del tutto stravolgendolo, il faticoso lavoro che, a quello stesso tavolo, aveva portato l’Anm, l’Ucpi, l’avvocatura istituzionale e l’ufficio legislativo del ministero di Giustiziaa costruire proposte condivise». La versione del ddl approvata in Consiglio dei Ministri, invece, osserva il leader dei penalisti, «ha inteso demolire scientificamente i faticosi approdi di quel tavolo»: a chi«dobbiamo questo scientifico sabotaggio? Quali ragioni - si chiede Caiazza - hanno condotto il ministro ad abbandonare quel percorso virtuoso così faticosamente ricostruito? È farina del sacco della nuova maggioranza, dunque del Partito Democratico?È invece bastata la flebile prospettazione di improbabili sanzioni disciplinari - conclude il post Fb - per indurre Anm a sottrarsi ad ogni possibile confronto e responsabilità su temi di questa complessità e rilevanza sociale. Ad ognuno le sue priorità».