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Alfonso Bonafede: possibile una sua elezione al Csm
È un’ipotesi suggestiva, e carica di significati: sarebbe Alfonso Bonafede il nome del Movimento 5 Stelle per il Csm. L’ex guardasigilli, costretto a lasciare la scena parlamentare per il diktat di Beppe Grillo sul limite dei due mandati, potrebbe riprendere il percorso nelle istituzioni come laico a Palazzo dei Marescialli. È un’ipotesi che circola con insistenza nel Movimento e che consentirebbe a Giuseppe Conte di rimediare, almeno nel caso di Bonafede, ai pesanti sacrifici imposti dal “Garante”. Costati al momento l’estromissione, oltre che dell’ex ministro, di figure del calibro di Roberto Fico e Paola Taverna. Almeno Bonafede sopravviverebbe dunque al dissolversi della vecchia guardia pentastellata. In realtà, l’ex guardasigilli ha chiarito di recente di non aver affatto reciso il rapporto organico con il Movimento: continuerà a coordinarne la struttura territoriale, come ha spiegato in un’intervista al Fatto quotidiano. Ora l’ipotesi che i pentastellati, di qui ad alcune settimane, concentrino su di lui i voti per l’elezione al Csm. «È una scelta che ha senso per molti motivi», spiega, dietro richiesta assoluta di anonimato, una fonte pentastellata. «Alfonso è una risorsa unica, che non va dispersa. E la sua conoscenza del mondo giudiziario, maturata nei tre anni e mezzo trascorsi a via Arenula, rappresenta un patrimonio prezioso. Sarebbe logico assicurare al nostro ex guardasigilli il proseguimento di un percorso istituzionale nella giustizia». I giochi in realtà non sono chiusi. Di certo, per Conte si tratterebbe di un netto cambio di rotta rispetto alla predente consiliatura di Palazzo dei Marescialli. In quella occasione, quattro anni fa, il confronto on line con la base portò all’elezione di tre laici provenienti dall’accademia: Alberto Maria Benedetti, Filippo Donati e Fulvio Gigliotti. Con Bonafede consigliere superiore, verrebbe abbandonata l’impostazione iperpurista del Movimento.Che tra l’altro avrebbe voluto introdurre nella riforma Csm il divieto di porte girevoli fra Parlamento e Palazzo dei Marescialli. Ma con l’ex guardasigilli non si avrebbe alcuna particolare contraddizione, giacché non si tratta più di un parlamentare, appunto.