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Pasquale Grasso, giudice civile a Genova, esponente delle toghe moderate di Magistratura Indipendente, è da sabato scorso il nuovo presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Per trovare una toga di Magistratura indipendente ai vertici dell’Anm bisogna risalire al 1999 quando venne eletto Mario Cicala. Alle elezioni del 2012 pur essendo stato Cosimo Ferri, altro esponente di spicco di Mi, il magistrato più votato d’Italia con circa 1200 voti la presidenza dell’Anm andò a Rodolfo Sabelli di Unicost. La novità dell’elezione di Grasso non si limita al fatto di aver “interrotto” il monopolio Unicost- Magistratura democratica alla guida dell’Anm, ma riguarda anche la funzione giudiziaria svolta dal neo presidente. Dopo tanti pm, che godono grazie al codice di procedura penale di grande visibilità mediatica al vertice dell’Anm, un giudice civile poco noto al grande pubblico. «Sarò il presidente di tutti, l'Anm deve essere la casa di tutti, e io sarò il rappresentante anche di chi non la pensa come me», sono state le prime parole di Grasso nel suo discorso di insediamento.Quanto al rapporto tra politica e magistratura, un segnale distensivo: «E’ un rapporto tra soggetti di pari dignità che non può prescindere dal rispetto reciproco».Importante, poi, il dialogo con l’avvocatura, «parte di un unico organismo, con la magistratura, a tutela dei cittadini».Primo appuntamento questa settimana a Roma con il ministro Alfonso Bonafede in un clima di «leale collaborazione». Segretario dell’Anm è stato eletto Giuliano Caputo, Unicost, pm a Santa Maria Capua Vetere.Vicepresidente è Luca Poniz, Magistratura democratica, pm a Milano.Entrano in giunta anche Marcello Basilico (Area), con la funzione di vicesegretario generale, Enrico Infante (Unicost),, Liana Esposito (Mi), Bianca Ferramosca (Unicost), Alessandra Salvadori (Unicost) e Giovanni Tedesco (Area).