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Anche le condizioni di Aytaç Ünsal, l'avvocato in digiuno per protesta assieme alla collega Ebru Timtik, morta giovedì sera dopo 238 giorni senza cibo, sono diventate critiche. A confermarlo Nihat Ünsal, padre di Aytaç Ünsal, che con un post su twitter ha denunciato che suo figlio viene curato in cattive condizioni. «Mio figlio Aytaç si sta sciogliendo davanti ai nostri occhi in un digiuno da 209 giorni. È stato detenuto per 31 giorni in condizioni peggiori del carcere. Inoltre non è previsto alcun trattamento. Il suo amico avvocato è morto per indifferenza. Anche la situazione di Aytaç è diventata molto critica. Invito tutti coloro che hanno coscienza a prendersi cura di mio figlio. Non lasciate che mio figlio muoia». Davanti all'ospedale Kanuni Sultan Süleyman, dove Aytaç Ünsal è detenuto con la forza, Didem Baydar Ünsal, moglie di Aytac, ha rilasciato una dichiarazione: «Adempiremo alla volontà di Ebru, manterremo in vita Aytaç Ünsal. Un avvocato ha dato la vita per la giustizia». Timtik e Ünsal erano accusati di «appartenere all’organizzazione terroristica Dhkp-c» e sono stati perciò condannati rispettivamente a 13 anni e 6 mesi e a 10 anni e 6 mesi. Una condanna frutto di un processo farsa contro il quale i due hanno avviato lo sciopero della fame che ha tolto la vita a Timtik. «Durante le udienze era il procuratore a ricordare al testimone certe sue dichiarazioni. Inoltre si tratta di una persona che è stata utilizzata in circa 100 processi tra cui anche il maxi processo che riguarda la rivolta popolare del Parco Gezi del 2013. Questo fatto non ha nessuna base giuridica», ha sottolineato il presidente dell’Ordine degli avvocati di Istanbul, Mehmet Durakoglu.