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«La magistratura associata non si sottrarrà al confronto con l’avvocatura». Sono le parole che Pasquale Grasso ha pronunciato nel suo primo discorso da neo presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Grasso, giudice civile a Genova ed esponente di Magistratura indipendente, la corrente moderata delle toghe, ha voluto dunque fin da subito porre l’attenzione sul tema della «collaborazione» e del «confronto costruttivo» con il mondo forense.
Un confronto che dovrà avvenire nel rispetto dei «reciproci e vitali ruoli». Per Grasso, «magistratura e avvocatura sono parti connesse e interdipendenti di un unico organismo che ha come tensione e scopo la garanzia dei diritti dei cittadini, e dunque la tutela dell’essenza stessa dello Stato democratico moderno». Un segnale certamente distensivo ed apprezzabile che avviene in un periodo caratterizzato da un confronto non sempre “positivo” fra i vari operatori del diritto. Il mese prossimo, infatti, è in programma l’astensione dalle udienze proclamata dall’Unione delle camere penali per protestare contro le riforme portate avanti dal governo giallo- verde nel settore giustizia. Le recenti norme elaborate dalla maggioranza, per i penalisti, sarebbero «incongrue, inadeguate e caratterizzate da profili di illegittimità costituzionale, che ben si inseriscono nel solco della deriva populista in atto». Diversi i provvedimenti oggetto delle critiche: dall’abolizione dell’abbreviato per i reati puniti con l’ergastolo, alla modifica della legittima difesa, fino al cd «spazza corrotti». Provvedimenti che, va ricordato, sono stati criticati anche dalla magistratura associata. Per lo «spazza corrotti», ad esempio, diversi tribunali hanno già sollevato la questione di costituzionalità, ravvisandone profili di illegittimità. C’è da sperare che si possa, come ribadito dal presidente Grasso, comunque avviare una seria riflessione sulla giustizia per realizzare riforme condivise, di cui c’è forte bisogno, nell’interesse di tutti i cittadini.
«Una stagione nuova e fiorente dei rapporti tra i poteri dello Stato, dove ci si ricordi sempre che magistrati e magistratura, politici e politica, cittadini e cittadinanza, siamo tutti “lo Stato».