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Equo compenso. Il Nazareno, ieri, si è aperto ai professionisti, per discutere di equo compenso.
Il segretario Nicola Zingaretti, l’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il responsabile professioni, Pietro Bussolati e la deputata Chiara Gribaudo hanno organizzato un incontro aperto con gli ordini e le associazioni, «con lo scopo di riprendere le fila del lavoro della scorsa legislatura sul tema dell’equo compenso e rilanciare la proposta, monitorando come sta avvenendo la sua applicazione a livello nazionale», ha spiegato Bussolati.
L'intervento di Mascherin
Il primo a prendere la parola è stato il presidente del Cnf, Andrea Mascherin, il quale ha sottolineato come «la diffidenza nei confronti delle professioni dettata da Bersani e determinata da una forma di pregiudizio è stata riparata dall’attività del Pd nella passata legislatura, ad opera del ministro Orlando».
Ha poi definito «una svolta culturale importante per il Pd la norma sull’equo compenso», ricordando però come la norma sia stata «condivisa da tutte le forze dell’arco costituzionale. Con questo approccio vogliamo ragionare sulla normativa, per correggere le criticità che si sono evidenziate quest’anno, che si concretizzano in comportamenti elusivi da parte dei clienti forti e a volte anche della pa».
Mascherin ha infine ribadito come il Cnf «operi con tutte le forze politiche e guardi con interesse a chiunque intenda impegnarsi sul fronte dell’equo compenso, sia della maggioranza che dell’opposizione. Il tutto a garanzia delle prestazioni di qualità e di una sana concorrenza tra professionisti, che non può essere al ribasso con sacrificio della qualità».
L'apertura del tavolo
Del resto, proprio per correggere le lacune della normativa sull’equo compenso e in particolare delle prassi elusive, è stato aperto un tavolo insieme al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e al sottosegretario Jacopo Morrone ed è stato istituito dal Guardasigilli un monitoraggio sulle violazioni alla normativa esistente.
Sul punto, Chiara Gribaudo ha ribadito che intende impegnarsi per fare proposte correttive e monitorare la mappatura presso il ministero della Giustizia, «anche per incalzare il governo su questo tema».
Inoltre, ha sottolineato Bussolati, «sembra che la volontà del governo sia quello di proseguire sulla scia del jobs act dei professionisti, ma nello stesso tempo continuano le notizie dei ministeri che propongono collaborazioni gratuite per professionisti di alta competenza».
Durante l’incontro si è affrontato anche il tema della class action per gli ordini professionali, ma la maggior condivisione si è trovata sull’equo compenso.
Sembra, dunque, che il nuovo Pd punti ad archiviare quella che lo stesso Bussolati ha definito «una stagione difficile tra Pd e professionisti, ovvero quella delle “lezuolate di Bersani”.
C’è la volontà di ricostruire un rapporto anche per sanare alcune scelte fatte in passato, proprio come è stato fatto nella precedente legislatura», anche perchè l’equo compenso «è una questione di dignità».