I dati raccolti dalla Banca centrale del ministero della Giustizia, citati da Marta Cartabia nella sua audizione, indicano la cifra monstre di 215.995 beni fin qui interessati dalle misure di prevenzione
Alessandro Barbano (un estratto dal libro “L’Inganno. Antimafia. Usi e soprusi dei professionisti del bene”
Massimo Niceta, imprenditore che vantava a Palermo una catena di accorsatissimi negozi di abbigliamento, si vide restituiti i beni esattamente tre anni fa dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale. Con un dettaglio: in virtù di inesistenti connivenze con le cosche, l’allora presidente dell’ufficio Silvana Saguto aveva ordinato il sequestro di tutto, e gli amministratori giudiziari da lei nominati avevano fatto fallire l’intero patrimonio. Nessun aiuto o ristoro per le ingiustizie subite. Solo grazie alla volontà, oggi pomeriggio a Palermo Niceta apre un punto vendita di attrezzature sportive per padel
Lungo messaggio su facebook del giovane imprenditore siciliano vittima delle incredibili ingiustizie prodotte dalla “prevenzione antimafia” al tempo di Saguto. È la replica alle accuse rivolte alla famiglia Cavallotti da un amministratore giudiziario, Modica de Mohac, ora sotto procedimento penale dopo gli esposti della stessa famiglia