Gli avvocati penalisti criticano il giornalista “giustizialista”: «Ancora una volta non ha perso l’occasione di manifestare tutta la propria fobia (non vi è altro modo per definirla) per garanzie e diritti»
Sul quotidiano di Marco Travaglio insinuano la collusione dei difensori con gli assistiti mafiosi. L’insulto è nel titolo sulla sentenza con cui la Consulta ha bocciato le “intrusioni” nelle lettere fra reclusi al 41 bis e avvocati. Più che reagire all’offesa, va colto il vero segnale: l’insofferenza per lo Stato di diritto e la segreta aspirazione a una giustizia autoritaria. Anche se sono sacrosante le reazioni di diverse voci dell’avvocatura: dall’editore del Dubbio a Ocf, Aiga e Anf
Clamoroso editoriale firmato dal direttore del Fatto. Il quale dichiara che i politici “non temono più di finire in galera ma sui giornali”, e che dunque la sputtanopoli quotidiana può anche prescindere dall’accertamento processuale. È un proclama estremo, una rivendicazione di chi si sente prossimo alla sconfitta. Ma che non per questo va sottovalutato
Il dispositivo della sentenza d'appello del processo trattativa Stato-mafia smonta i fatti narrati in questi ultimi 10 anni e c’è chi travisa, di nuovo, l’episodio del “Subranni punciutu” riferito da Paolo Borsellino alla moglie
La morte di Vanessa Zappalà ha offerto l’occasione a Travaglio di sparare a zero contro il referendum sulla custodia cautelare proposto da Lega e Radicali.
Silvio Berlusconi è tanto orgoglioso quanto geloso dei suoi successi e gli dà fastidio doverli condividere e rivendica l'indicazione di Draghi alla Bce
NOTA DEL COMITATO DI REDAZIONE. In un articolo apparso oggi sul quotidiano di Marco Travaglio, si parla dei “costi del personale” del Dubbio. Rivendichiamo la qualità del nostro lavoro, la nostra professionalità, l’impegno per i diritti. Ci faremo una ragione del fatto che altri colleghi vorrebbero vederci sparire
Domani la nomina della procura di Perugia. Una poltrona strategica nel panorama giudiziario in quanto competente per i reati commessi dalle toghe della Capitale. Chi verrà nominato troverà subito un fascicolo rovente: quello a carico dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara
L'appello del magistrato "Chi può cominci a mettere mano a un qualche progetto di amnistia e di indulto, oltre che a un “massiccio”progetto di depenalizzazione. Solo così avremmo speranza di venirne fuori"
Lo sfortunato Attilio Fontana non riesce a farsi perdonare, oltre all’eredità del già ricordato Formigoni, pur con l’interregno di Roberto Maroni, l’appartenenza alla Lega del “cazzaro verde”
L’aberrazione di identificare il difensore con l'avvocato sul presupposto che questi sia necessariamente colpevole è un'operazione demagogica e pericolosa
Sul sovraffollamento l'esponente del Partito Radicale, Rita Bernardini, chiarisce: «Il parametro dei 9 metri quadrati non viene rispetattato e soprattutto il più delle volte si è al limite dei tre metri a persona, la soglia minima del diritto»
nel de bello gallico): «Trava-glio non ha mai chiesto la prescrizione: l’ha chiesta, in subordine all'assoluzio-ne, l’avvocato dell’Espre-s-so….”. In questo modo, Travaglio ci fa sapere due cose. Primo, che lui sareb-be stato anche disposto a rinunciare alla prescrizio-ne se l’avessero assolto, ma i giudici, testoni, l’han-no condannato. Non è col-pa sua. Secondo, che la prescrizio-ne non l’ha chiesta lui: l’ha chiesta l’avvocato. Men-tre in genere, credo, gli im-putati chiedono la prescri-zione tramite l’idraulico di fiducia… Comunque adesso le cose sono chiare. Travaglio si è iscritto al club di quelli che fanno le cose a propria insaputa. Come Scajola. Niente di male, per carità. Noi pensiamo che Trava-glio abbia fatto benissimo a chiedere la prescrizione, 12 anni dopo il reato. Magari, per favore, da qui in avanti, quando appare in Tv nella sua striscia quo-tidiana, parli d’altro. Sulla prescrizione lasci la paro-la a Scanzi...