La storia del manager presidente di Eni, morto suicida nonostante la promessa di essere scarcerato. Nelle sue lettere il duro j'accuse alle toghe e alla condizione carceraria. Il racconto del figlio Stefano: «Mani Pulite sfruttò decine di imprenditori per arrivare ai politici»
I nomi delle indagini non solo evocano i reati ipotizzati ma, a volte, hanno più successo e più effetti dell'intera inchiesta. Ora potrebbero sparire per sempre.
Mancano ancora 4 mesi all'ora X - i trent’anni esatti dall’arresto del “mariuolo” Mario Chiesa - ma una cosa è già chiara: la commemorazione di Tangentopoli rischia di trasformarsi in una nuova guerra
Il giornalista Facci al Dubbio: «A parte la vicenda di Di Pietro, i magistrati di Milano dimostrarono di avere un potere superiore a quello del Parlamento»
«Nel 1993 all’interno della magistratura, inclusa la Procura di Milano, ci si era convinti che l’ordine giudiziario dovesse assumersi una responsabilità anche politica. Poi l’avvento di Berlusconi sparigliò tutto, le toghe ripiegarono verso una sclerotizzazione burocratica. Ma nelle loro previsioni c’era ben altra prospettiva»
Dopo Di Pietro, anche Ingroia ha cambiato opinione in tema di giustizialismo. «Che ci siano stati e ci siano spesso provvedimenti di qualche pm un po’ avventati che rubano la scena mediatica e poi si rivelano inconsistenti, purtroppo è una realtà»
Con l’azzeramento della prima Repubblica sotto i colpi dei moschettieri della procura di Milano, anche i suoi luoghi fisici venivano sigillati con la modernità di una comunicazione presidiata ormai nella sua quasi totalità dalla televisione.
Di Pietro in un passaggio della sua intervista, a proposito delle strade o piazze che qualcuno vorrebbe dedicargli in Italia, è riuscito anche a parlare di Craxi come di un “esule”, anziché di un latitante
L’interrogazione del Dem Stefano Ceccanti. La richiesta di non denominare più «le indagini con parole in codice ad effetto», con lo scopo «di influenzare l'opinione pubblica»
I funerali del procuratore capo di mani pulite, il pianto di Di Pietro. Quarantuno si sono suicidati, altri assolti: se il giudice soffrì lo fece in silenzio.
Esce per Cairo una storia amara sulle tante “Mani pulite” di questi anni, tra pm vanitosi e direttori di giornale pusillanimi. Ma anche sull’afasia di chi ne è disgustato. E forse sta per venire allo scoperto
Stefano Cagliari è il figlio dell’ex presidente dell’Eni Gabriele Cagliari, aveva 35 anni quando suo padre, accusato di avere autorizzato il pagamento di tangenti, venne arrestato e, dopo 134 giorni nel carcere di San Vittore, la mattina del 20 luglio decise di suicidarsi
«Ho fatto l’inchiesta Mani Pulite con cui si è distrutto tutto ciò che era la cosiddetta Prima Repubblica: il male, che era la corruzione e ce n’era tanta, ma anche le idee». Aggiunge: «Ho fatto politica basandola sulla paura e ne ho pagato le conseguenze»