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La fake del giorno è quella del governatore della Liguria, Giovanni Toti il quale, nel pieno della campagna elettorale, pensa bene di postare una foto di bambini inginocchiati in classe con tanto di commento indignato: «Cara Azzolina, questi sono gli alunni di una classe genovese che scrivono in ginocchio perché non hanno i banchi che avevate promesso». E poi in crescendo rossiniano: «I nostri bambini, le maestre e le famiglie non meritano questo trattamento, soprattutto dopo i sacrifici fatti in questi mesi in cui era anche un dovere morale lavorare per evitare tutto questo». Ma nel giro di pochi minuti per Toti arriva come una doccia gelata la replica del dirigente della scuola in questione: "Nessuna emergenza banchi - spiega il preside - la foto ritrae bambini che, durante un’attività didattica, stanno disegnando sereni in libertà: un’ingenuità, da parte dell’insegnante, farla girare, ma sbagliato e grave strumentalizzarla, strumentalizzando, con essa, soprattutto i bambini, in una giornata nella quale avevamo riscontrato solo grande entusiasmo e nessuna criticità". E se da destra arrivano critiche e fischi, il governo risponde snocciolando numeri: "in questa giornata abbiamo fornito 136 milioni di mascherine e 445mila litri di gel igenizzante", ha fatto sapere trionfalmente palazzo Chigi. E in questo clima da tifo da stadio, solo le parole del capo dello Stato volano alto. "Vo' capitale d'Italia della scuola": l'investitura viene proprio dal capo dello Stato Sergio Mattarella, giunto nella cittadina euganea che fu una delle prime zone rosse e contò la prima vittima italiana del Covid-19, oggi simbolo della ripartenza del Paese con la cerimonia per il nuovo anno scolastico. Scelta simbolica per la ventesima edizione dell'incontro, che ha visto la presenza delle più alte cariche dello Stato, oltre a Mattarella anche la presidente del Senato Elisabetta Casellati, la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, il ministro Federico D'Incà, il sottosegretario Andrea Martella, autorità locali, personaggi dello spettacolo e dello sport. Una cerimonia - trasmessa su Raiuno - che non poteva non essere incentrata sulla 'ripartenza' nelle aule dopo la sofferenza del lockdown, ma che ha toccato anche i temi di più stretta attualità, con un forte richiamo all'omicidio di Willy Duarte. Sul prato dell'istituto "Guido Negri" molti bambini e ragazzi delle scuole del comprensorio, testimoni in prima persona della forzata clausura. "L'inaugurazione dell'anno scolastico, mai come in questa occasione - ha sottolineato Mattarella - ha il valore e il significato di una ripartenza per l'intera società. Lo avvertono i ragazzi, lo comprendono gli adulti e le istituzioni. Ci troviamo di fronte a una sfida decisiva". La chiusura forzata della scuole, ha precisato "è stata dolorosa. Necessaria e dolorosa. La scuola ha nel suo dna il carattere di apertura, di socialità, di dialogo tra persone, fianco a fianco", e in particolare per gli allievi con disabilità: "Per tanti di loro le rinunce hanno avuto un costo altissimo, a volte non sopportabile", ha detto, indicando il peso per le famiglie, e soprattutto sottolineando che "l'attenzione a questi studenti dovrà essere inderogabile, a cominciare dall'assegnazione degli insegnanti di sostegno". Altro ruolo inderogabile quello dei docenti: "Se si è data continuità alla didattica pur in condizioni di inedita difficoltà - ha aggiunto Mattarella - questo è stato possibile grazie alla dedizione, all'impegno, al forte senso della missione educativa degli insegnanti"; riconoscenza anche "ai dirigenti scolatici, e al personale ausiliario, che con loro hanno strettamente collaborato per riorganizzare le scuole in sicurezza". Di fronte a quel che è stato, e alle difficoltà che si presenteranno, il Capo dello Stato ha rivolto quindi un appello all'unità: "Conosco i ritardi e le difficoltà - ha puntualizzato - e so bene che vi saranno inevitabili polemiche. So anche che, in atto, vi sono risorse limitate. Ma un Paese non può dividersi sull'esigenza di sostenere e promuovere la sua scuola. Il diritto allo studio dovrà procedere di pari passo con il diritto alla salute". In particolare, Mattarella ha indicato "l'urgenza e la necessità assoluta di disporre della banda larga ovunque nel nostro Paese. Il lockdown - ha spiegato il Capo dello Stato - ci ha mostrato che hanno sofferto pesanti esclusioni i ragazzi senza computer a casa, quelli che erano privi di spazi sufficienti, coloro che già vivevano una condizione di marginalità. Dobbiamo evitare che il divario digitale diventi una frattura incolmabile". Per questo, inoltre, "dobbiamo fare in modo che i migliori laureati abbiano come obiettivo l'insegnamento. Professione di valore e gratificante, che deve riscuotere il dovuto riconoscimento sociale. Dobbiamo investire nella scuola - ha esortato il Presidente -, a partire da un'adeguata programmazione del reclutamento del personale, da alcuni anni carente". E in questo passaggio, il presidente ha introdotto il richiamo alla brutale uccisione di Colleferro. "Siamo sconvolti - le parole di Mattarella - per la morte di Willy, pestato a morte per aver difeso un amico contro la violenza. Il suo volto sorridente resterà come un'icona di amicizia e di solidarietà, che richiama i compiti educativi e formativi della scuola e dell'intera nostra comunità. La scuola, la cultura, il confronto continuo - ha concluso - sono anche antidoti al virus della violenza e dell'intolleranza, che può infettare anch'esso la comunità se viene ridotta l'attenzione".