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La Procura nazionale di Francia ( PNF) ha annunciato giovedì di aver aperto due indagini giudiziarie sul ruolo rivestito dalla società statunitense di consulenza, McKinsey, nelle campagne elettorali del presidente Emmanuel Macron nel 2017 e nel 2022. Una notizia shock che ha investito l Eliseo. Macron ha immediatamente reagito affermando di essere sereno e di non credere di essere al centro dell'indagine.
Eppure le accuse e il torbido che avvolge la vicenda circa la società direttamente legata al presidente francese, fanno pensare che l'istruttoria, aperta in realtà in ottobre, possa portare forse a sviluppi ora imprevedibili. I reati contestati alla McKinsey sono di natura finanziaria e abbastanza gravi, si tratta di contabilita non conforme, occultamento e favoritismo. In altre parole il sospetto è che esistano fondi non dichiarati e vantaggi economici per la società di consulenza.
I fatti risalirebbero al 2021 quando venne alla luce, anche se non si parlava direttamente di illegalità dichiarate, il potere di questa società che sarebbe stata all'ombra di molte decisioni dell'Eliseo. Si va dalla creazione di En Marche, alla strategia vaccinale contro Covid- 19. Un'inchiesta condotta dal quotidiano Le Monde aveva messo in evidenza in particolare la partecipazione volontaria di diversi dirigenti di McKinsey alla campagna presidenziale di Emmanuel Macron nel 2016- 2017. Uno dei massimi protagonisti sarebbe Karim Tadjeddine, capo del ramo che si occupa del settore pubblico per l'azienda americana.
Il risultato di questo intreccio è poi stato al centro di un'inchiesta anche da parte di una commissione del Senato che nel febbraio 2022, ha cominciato a mettere in discussione una missione affidata a McKinsey da Emmanuel Macron dopo la sua elezione:.
Si trattava dell'organizzazione dei vertici Tech for Good, che hanno visto i boss del business digitale di tutto il mondo arrivare all'Eliseo. L'ipotesi della procura è che McKinsey è intervenuta gratuitamente su questo progetto, ma poi lo ha utilizzato come curriculum commerciale nel suo fascicolo di candidatura per un importante bando di gara pubblico su missioni di consulenza, bando che ha puntualmente visto assegnarsi.
Insomma il sospetto è che l’inuilino dell’Eliseo in qualche modo potrebbe aver favorito la società permettendogli di acquisire vantaggi economici. Soldi dei quali però non si conosce l'effettivo utilizzo. Ma ce di più perche il rapporto del Senato ha anche rivelato che la filiale transalpina di McKinsey non aveva pagato alcuna tassa in Francia per dieci anni grazie a un regime fiscale vantaggioso.
Ricapitolando una vicenda dai contorni opachi, ora la giustizia cerca di sapere se le società di consulenza hanno partecipato indebitamente al finanziamento delle campagne del candidato Macron, prima di beneficiare, in cambio, di succosi appalti pubblici.
Il capo dello Stato, al di là della serenità dimostrata affermando di «non essere al centro dell’indagine», ha almeno ufficialmente plaudito ad un'inchiesta che faccia chiarezza su tutta la vicenda.
La sua difesa si baserebbe sul fatto che i suoi resoconti elettorali erano già stati presentati ai giudici, e che erano stati convalidati dalle «procedure previste dalla legge».
Le dichiarazioni relative al 2022 sarebbero peraltro in arrivo come quelle di tutti gli altri candidati alla presidenza.